Un posto per la prossima Champions League in palio, uno stile di gioco che affascina, due squadre che si somigliano. Roma e Fiorentina sono pronte ad incrociarsi all’Olimpico, nella prima gara della 28^ giornata di Serie A. Una sfida resa ancora più interessante dalle parole dell’allenatore giallorosso nella conferenza stampa della vigilia: “La Fiorentina è un'opera d'arte, noi siamo un capolavoro'', ha detto Spalletti. “Le sue belle parole per me sono già una vittoria”, ha risposto Paulo Sousa. Vicini nelle ambizioni e negli obiettivi, le due formazioni incarnano bene le filosofie dei propri allenatori. Perché il portoghese – con la sua attenzione maniacale ad ogni dettaglio – ha fatto della squadra viola “un’intrusa” tra le posizioni più alte della classifica. E perché Spalletti ha ridato entusiasmo (e risultati) ad una squadra che si era persa.
L’opera d’arte - ovvero la Fiorentina, battezzata così da Badelj - si trova al terzo esame impegnativo nel giro di una settimana e dopo il brillante pareggio con il Napoli vuole confermarsi e superare i giallorossi in classifica. Dovrà farlo ancora senza Zarate in un 4-2-3-1 molto simile a quello schierato contro la squadra di Sarri. Oggi Sousa ha tentato di alleggerire la pressione indicando la Roma come la favorita per il terzo posto; la realtà però dice che il calcio dei viola ha stupito sin da inizio campionato: un gioco bello e propositivo, moderno e spettacolare per una Fiorentina spregiudicata e convinta dei propri mezzi. Principi di gioco che si ripetono, Bernardeschi e Borja Valero interpreti perfetti delle idee dell’allenatore, mine vaganti in una formazione solida che ha ormai trovato un suo equilibrio.
Il capolavoro, cioè quello che la Roma sta provando a diventare, cerca la settima vittoria consecutiva in campionato, a pochi giorni dall’impegno contro il Real Madrid al Bernabéu. Spalletti continua ad insistere sulla cultura del lavoro, che ha rimesso in piedi una formazione che aveva perso smalto e fiducia in se stessa. Pjanic non è al 100%, non ci sarà De Rossi e forse Dzeko non sarà titolare. La scelta potrebbe cadere su Perotti falso nueve, con El Shaarawy spostato sulla fascia. Proprio l’attaccante azzurro ha già segnato quattro reti dal suo arrivo e ha rappresentato un’ulteriore scossa per i giallorossi. Lui che è stato inseguito per mesi da Sabatini. Così come era stato inseguito in estate anche Salah, in una vicenda di mercato che si è risolta dopo settimane di botta e risposta memorabili.
Numerose le analogie che collegano Roma e Fiorentina, due ambienti ideali per lavorare a detta dei rispettivi allenatori, in due città d’arte per eccellenza che hanno così ispirato le parole di Spalletti e le idee di Paulo Sousa. I viola vogliono continuare a stupire per restare “gli intrusi” del gruppetto di testa: “intelligenza, arte, senso dell'umorismo ed ambizione” gli ingredienti fondamentali per credere di poter crescere ancora. I giallorossi hanno ritrovato il loro pubblico, i loro ritmi e le aspirazioni di inizio stagione. L’allenatore toscano ha osservato il lavoro del collega, che ha più volte elogiato anche nei mesi trascorsi lontano dalla panchina.
Domani se lo troverà davanti nella corsa al terzo posto. Già, la casella numero tre della classifica, quel numero che (per gli amanti del genere) esprime “unità, crescita, autorità e senso del dovere portato alla sua massima espressione”. Qualità che cercano di esprimere anche le due squadre, per diventare quei capolavori che Sousa e Spalletti sognano per il futuro.