Un destino analogo, una storia che si ripete. Non essere la prima scelta, a Napoli, stimola la prolificità di un attaccante. Era capitato a Zapata e Gabbiadini, sotto la gestione di Maurizio Sarri, entrambi relegati ad un ruolo secondario a causa dello strapotere di Gonzalo Higuain. E ora sta succedendo ad Arkadiusz Milik, che con un gol segnato ogni 104 minuti ha il rapporto reti/minuti giocati migliore di tutta la Serie A. Un altro dato che stupisce è che il polacco abbia già totalizzato 7 gol, come Insigne e Mertens che però hanno giocato entrambi più minuti di lui: Milik, infatti, con oggi è arrivato a 728’, il belga è a 835’ mentre il napoletano è addirittura a 1105’.
Queste medie, tuttavia, non sono una novità: nella stagione 2016/17 arrivò a segnare 8 reti in 802 minuti (quindi 1/109’), mentre l’annata successiva si chiuse con 6 gol in 543 minuti, cioè uno a partita. Di questo passo potrebbe agevolmente superare i 20 gol in stagione, anche se per Milik sarebbe fondamentale già riuscire a chiudere un anno senza patire gravi infortuni, che inevitabilmente ne hanno condizionato la continuità di rendimento.
È chiaro che così sia tutto molto più facile, per Carlo Ancelotti, quando si tratta di variare gli interpreti offensivi. L’affidabilità del polacco è delle più alte, viste le cifre, e così l’allenatore può scegliere sempre l’opzione migliore. Con questi due gol al Frosinone, Milik ha anche allontanato le critiche che gli sono arrivate nel periodo tra le vittorie con Empoli e Atalanta, dove era rimasto a secco e per la verità non aveva mostrato nemmeno molta lucidità sotto porta. Sembrano quasi un lontano ricordo, però: stavolta Arkadiusz è veramente pronto a prendersi Napoli e il Napoli.