"La vita è un dono meraviglioso e ne abbiamo una sola: dobbiamo dimostrare di meritarla tutti i giorni". Il 16 novembre 2007, esattamente 10 anni fa, Julio Valentin Gonzalez impartì una lezione di sport e di vita a tutto il mondo. Il 22 dicembre del 2005 il tragico incidente sull'autostrada A4: lo scontro contro un'autocisterna schiacciò il braccio sinistro tra sedile e sportello. Dopo venti trasfusioni di sangue Julio fu dichiarato fuori pericolo. Il 17 gennaio del 2006 arrivò la terribile notizia: il braccio doveva essere amputato. In quel periodo Gonzalez era il centravanti della Nazionale paraguaiana e la stella del Vicenza, così bravo e forte che la Roma gli fece firmare un precontratto per la stagione successiva, per bruciare la concorrenza.
Era il 2001 quando il Vicenza acquistò il ventenne Gonzalez dal Guaranì: 17 gol in 29 partite nella massima serie del suo paese. Un metro e 92 di potenza, forza e un grande stacco. Nel 2005-2006 erano già 8 i gol nelle prime 15 partite di serie B. Speranze spazzate via in pochi secondi, il tempo dello schianto. A fare coraggio a Julio fu Alex Zanardi. "Non arrenderti, dimostra a tutti chi sei...": non se lo fece dire due volte. Tornò subito ad allenarsi con il Vicenza. Ma dopo mesi di palestra, corse e sacrifici il Coni gli negò l'idoneità sportiva. Il 16 novembre del 2007 la favola prese corpo. Il Tacuray gli diede la possibilità di dimostrare a tutti quanto fosse forte: 60 minuti di gioco, senza protesi.
"Ho provato una gioia immensa e tanta soddisfazione" - racconta Gonzalez ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com -"Dopo qualche mese di allenamento tornare in campo, sentire quei suoni, l'odore del prato, quella adrenalina unica, è stata una cosa meravigliosa. Una gioia immensa mista all'orgoglio di avercela fatta, di essere tornato un professionista". Dopo l’addio al calcio, nel 2008 a causa di un infortunio, ora Julio è diventato responsabile del progetto sociale Inter Campus in Paraguay: "Il lavoro con Inter Campus ed i bambini procede bene: sono già 300 che hanno la possibilità di allenarsi gratuitamente e per loro è un grande regalo tutto ciò. Questa è un’ottima attività che, attraverso il calcio, ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo integrale di bambini in condizione di vulnerabilità, un progetto che cresce nel tempo e in cui sono concentrato al 100%.
Inoltre, come attività completamente separata da Inter Campus, il Settore Giovanile dell’Inter mi ha dato la responsabilità dello scouting per il Sud America a livello giovanile: lo faccio da tre anni e mi piace moltissimo".
Gonzalez ha anche fondato una scuola calcio, Los Halcones, per i bambini tra i 6 e i 12 anni. So che però hai un grande desiderio, giusto Julio? (sorride) "Il sogno rimane sempre quello di allenare in Italia,di poter un giorno tornare e fare il corso a Coverciano per prendere il patentino. In Paraguay l'ho già fatto, ho anche allenato in serie B, e adesso la mia speranza è quella di fare lo stesso percorso in Italia. Partire dal settore giovanile e arrivare fino a dove Dio deciderà. Vorrei trasmettere quella voglia di vincere e di vivere che porto sempre dentro di me, quella forza che mi ha portato ad andare avanti". Hai un messaggio per chi come te si è trovato a dover superare grandi difficoltà? "Di lottare sempre e comunque, qualsiasi cosa ci capiti perché la cosa più importante che abbiamo è la vita stessa.Dopo quello che ho passato per l'incidente, dove ho rischiato di morire, mi vivo ogni istante, anche le piccole cose, molto intensamente. Ringrazio tutti i giorni Dio per avermi dato la possibilità di godermi l'affetto della mia famiglia, la cosa più bella che ho. Vorrei provare, nonostante quello che mi è successo, a diventare qualcuno in questa vita e raggiungere obiettivi sempre più importanti".
Segreti? "Cercare di essere sempre positivo e dimostrare al mondo che se ce la metti tutta nessun ostacolo può fermare il tuo cammino: gli ostacoli ci sono per essere superati. Anche se la vita ci dà dei colpi, ci ferisce, noi siamo più forti". Mentre ci parla Julio è insieme alla sua famiglia a Punta Cana, Repubblica Dominicana e prima di chiudere ci tiene a salutare tutti i suoi ex tifosi: "Vi saluto, vi mando un abbraccio e speriamo di vederci presto: siete nel mio cuore".