La quiete dopo la tempesta. Così può essere definita la seconda parte del 2015 per il Cagliari e i suoi tifosi. Ma la prima? Sei mesi burrascosi, iniziati con la nave in balia dei venti e delle ondate. Gianfranco Zola prima e Zdenek Zeman poi, hanno provata a tirarla fuori dal vortice, senza riuscirci. E' toccato a Gianluca Festa traghettarla. La nave non affonda, si incaglia in un grosso scoglio, la serie B. Parte dell'equipaggio, da Rossettini ed Ekdal, ad Avelar e Donsah, decide di abbandonare, un'altra parte di rimanere per combattere, per provare a riportare subito la nave e i suoi passeggeri sulla rotta di casa. A questo nucleo consistente si aggiungono altri valorosi marinai. Le scialuppe per salvarsi non mancano, ma si parla di uomini coraggiosi del calibro del capitano Daniele Dessena e del vice capitano Marco Storari, o di Marco Sau, che su quella nave è nato.
Ci vuole un po' per ripartire, ma con il nuovo condottiero, Massimo Rastelli, si rema fin da subito verso una sola direzione. Le pareti dello scafo sono ammaccate, ma, paradossalmente, con lo schianto si fortificano. L'ingegnere, Tommaso Giulini, le aveva pensate solide fin dall'abbozzo iniziale, basato sui giovani, su strutture all'avanguardia, e con un nuovo equipaggio da far invidia, di un'altra categoria. Il suo progetto merita un nove, perché alla lunga si sta rivelando vincente. Per realizzarlo si è avvalso della collaborazione di alcuni amici, professionisti di altissimo spessore come Mario Beretta, Stefano Capozucca, Stefano Filucchi e Mario Passetti, che gli hanno restituito il sorriso nei momenti più difficili e hanno messo la loro esperienza al servizio dei passeggeri, ai quali, per la pazienza e l'attaccamento dimostrato, va un dieci.
La nave adesso è un gioiello e nel corso della seconda parte dell'anno è stata condotta magistralmente da Massimo Rastelli, che l'ha sempre fatta navigare in acque tranquille: lui e il suo equipaggio meritano un otto. Non era facile trovare immediatamente la rotta giusta, ricostruire il morale dei suoi uomini, farli calare nella giusta mentalità. Al giro di boa procede tutto secondo i programmi. La sosta permetterà di ritirare il fiato, ma bisognerà ritrovare da subito le remate giuste e ci saranno alcune sirene, tentatrici, in entrata e in uscita. Poi si riprenderà il percorso, quello per tornare a casa, in serie A.