Il ritorno in campo di Alessandro Florenzi dal primo minuto a 10 mesi dall’infortunio al ginocchio e il gol su rigore, il primo assaggio di Schick con la maglia della Roma, ma soprattutto la sera della Chapecoense. “Todos Juntos”, tutti insieme Roma e Chapecoense, come durante l’entrata in campo. È una delle prime istantanee che regala la serata dall’Olimpico. Un abbraccio collettivo della città di Roma e di tutto il calcio alla squadra brasiliana.
Sono tante le emozioni, accompagnate da qualche lacrima, inevitabilmente. Il ricordo dell’incidente che ha portato via la squadra brasiliana è ancora attuale e riaffiora quando Jackson Follman, l’ex portiere al quale è stata amputata la gamba, dà il calcio d’inizio alla partita. Brividi anche per Alan Ruschel, pure lui su quel maledetto volo che a Medellin non è mai arrivato, ma che dopo aver lottato con la vita sta continuando a farlo sulla fascia destra. Con grinta e tenacia.
Come quella che c’è negli occhi di Alessandro Florenzi. La stessa che i tifosi della Roma erano abituati a vedere prima dell’infortunio. La stessa che traspare, mentre guarda il pallone prima di calciarlo in rete. Un gol che pesa, almeno nella testa. Tanta voglia di giocare e di tornare a correre vicino la linea laterale. Qualche spunto in velocità e una spinta continua, quasi una sorpresa per chi se lo aspettava arrugginito. La luce in fondo al tunnel sembra arrivare, finalmente a quasi un anno dall’infortunio contro il Sassuolo. “Ti aspettiamo più forte di prima” l’augurio della Roma all’indomani dell’infortunio. Se lo augura anche Di Francesco, che ritroverebbe un calciatore completo da poter utilizzare in più ruoli.
L’ultimo ricordo nella partita però lo lascia proprio Alan Ruschel, è suo il rigore che chiude la partita. Lobont che sfiora solamente e la palla che entra, quasi spinta. “Todos Juntos”, tutta la Chapecoense che va ad abbracciare il numero 28 brasiliano e le mani che vanno verso il cielo, in ricordo di chi questa partita non ha potuto giocarla.