Da scarto del Barcellona a uomo copertina dell'Atletico Madrid campione di Spagna. La firma sul titolo rojiblanco non poteva che metterla Luis Suarez, che segna il gol del sorpasso sul Valladolid e spegne le speranze di un Real Madrid impantanato (e vittorioso solo in extremis) a Valdebebas contro il Villarreal.
E a fine partita, seppure visibilmente commosso ed emozionato dopo la videochiamata con la famiglia, il pistolero si toglie qualche sassolino dalla scarpa e non dimentica il trattamento subito dal Barça: "La situazione che ho vissuto la scorsa estate è stata difficile. Mi hanno sottovalutato, sminuito. Invece l'Atleti mi ha dato la possibilità per continuare a dimostrare chi fossi e per sempre lo ringrazierò".
"Questo è stato l'anno in cui ho sofferto di più - ha aggiunto Suarez - e molte persone lo hanno fatto con me: mia moglie, i miei bambini" A chi gli chiede se questo titolo sia una "vendetta personale" firmata da gol pesanti, lui risponde: "In un certo senso sì, ma il ruolo di un attaccante è sempre quello di aiutare la squadra cercando di fare gol. L'Atleti ha fatto una grande annata, nonostante le difficoltà avute in alcuni momenti, dimostrando di essere la squadra più continua. Meritiamo di essere campioni".
"Un titolo speciale rispetto agli altri? Un po' sì, per quello che dicevo prima". Infine, un pensiero all'amico Leo Messi: "Sarà contento, perché un mio amico. E questo è quello che conta di più".