Esattamente un anno fa la Roma batteva l'Inter 2-1. Una partita come tante nella stagione giallorossa, ma, rivista dodici mesi dopo, certamente speciale per Edin Dzeko. Il bosniaco giocò una partita enorme, tra gol (quello del vantaggio), assist e sostegno ai compagni. Inconsapevolmente in quella gara tracciò la linea di demarcazione tra il vecchio Dzeko, impacciato, timido e troppo impreciso sotto porta e il nuovo Dzeko. Freddo, letale, decisivo e trascinatore. L'Inter come spettatore non pagante, l'Olimpico come palcoscenico privilegiato della "prima": "Eccomi, questo è il vero Edin".
"La miglior partita da quando è in Italia" fu il commento unanime dopo la vittoria sui nerazzurri. Un pensiero che fece seguito al gesto polemico di De Rossi dopo il gol del vantaggio. Prima l'esultanza smodata, quasi rabbiosa del bosniaco - ai tempi una novità per un giocatore definito troppo introverso - poi l'urlo liberatorio del capitano. "Pezzi di m..." fu il labiale inconfutabile nei confronti dei suoi tifosi. Un gesto accorato, in quel momento mal interpretato. Semplicemente fu uno sfogo fatto da un compagno stufo delle troppe critiche. De Rossi conosceva il valore di Dzeko, sapeva che serviva una scintilla per accenderlo. Forse l'aveva già capito allora. Il tap-in sul primo palo, da attaccante vero, era il momento di svolta.
Dzeko è diventato un giocatore fondamentale per la Roma. Cardine nel gioco di Spalletti prima e Di Francesco adesso. La prima maglia va a lui, poi gli altri. Sempre titolare, sempre decisivo. Se prima la maggiore critica era quella di non segnare, la scorsa stagione ha zittito tutti con 39 gol stagionali. "Eh ma pochi desivi", la flebile voce di questa stagione dei soloni perennemente denigratori. Anche qui Dzeko ha risposto con i fatti. Ogni gol degli 8 stagionali ha portato punti (tranne con l'Inter, visto il tracollo finale dei giallorossi).
Oggi il premio ad un'annata incredibile. Dzeko è stato inserito nella lista dei 30 giocatori in lizza per la vittoria del Pallone d'Oro. Dieci anni dopo l'ultima volta di un giallorosso. Allora fu Francesco Totti, premiato dopo la stagione magica da 26 gol in Serie A. Oggi come allora un "bomber" giallorosso entra nella ristretta cerchia dei papabili vincitori del più importante premio individuale per un calciatore. Sicuramente non lo vincerà, mafinalmente il coro è unanime: "La Roma ha un campione. Un bomber vero dai tempi di Batistuta". Nel 2000 fu inserito anche lui nella lista del Pallone d'Oro, e sei mesi e 20 gol dopo - la Roma vinse lo Scudetto. Dalle parti di Trigoria nessuno ci pensa, il low profile sembra essere il filo conduttore della stagione giallorossa. Napoli, Juventus e Inter a contendersi titoli e pagine di giornali. La Roma e Dzeko dietro sornioni. Sabato il primo scontro al vertice. Prima maglia? A Dzeko ovviamente.