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Data: 19/03/2016 -

La rinascita di Rosseti: strane idee all’anagrafe, corsi d’inglese e una nuova vita a Cesena. Beretta: “Diventerà sempre più forte"

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Non è facile diventare grandi. Innanzitutto, devi distinguerti dagli altri. Poco, ma sicuro. Per Lorenzo Valerio Rosseti, è stato molto complicato. Innanzitutto per il cognome. Si fa confusione fra Rossetti, Rosetti e Rosseti, appunto. Basta fare una rapida ricerca e vedere i primi tabellini delle partite di Lorenzo per capire. Poi, la questione del nome doppio. Perché oltre a Lorenzo c’è Valerio, secondo nome condiviso con il fratello Niccolò, anche lui calciatore. Ma guai a chiamarlo così, perché Rosseti desidera essere solo Lorenzo: “Il papà Valerio ha dato questo nome ai suoi due figli – ci spiega il procuratore di Rosseti, Michele Fioravanti -, è una particolarità. In tanti si sbagliano, ma lui vuole essere chiamato solo Lorenzo. A volte scherzando ha minacciato di andare all’anagrafe a toglierselo, ma per rispetto al papà non lo farebbe mai”. Diventare grandi, dicevamo. Lorenzo – classe ’94, nato ad Arezzo - ha cominciato la sua rincorsa nel mondo del calcio tempo fa. Partendo da un posto quantomeno improbabile: Traiana, frazione di Terranuova Bracciolini. Invisibile anche su Google Maps, tanto per dire. Con trecento anime a fargli da cornice, assieme al vino e all’olio. Ma pur giocando nella squadra del paese – l’Arno Calcio – il giovane Lorenzo si fa notare dalla Fiorentina, che lo aggrega ai giovanissimi regionali a soli 14 anni. Insieme ad altri ’94 che ora si sono fatti un nome. Su tutti, Bernardeschi. Alla fine di quell’anno però Rosseti non viene confermato: scartato perché troppo piccolo. La sua giovane carriera però conosce la prima svolta, perché inizia la sua avventura al Siena, con tutta la trafila dal settore giovanile .- dove mette a segno una caterva di gol - fino ad arrivare alla prima squadra nel 2013. Una stagione magica per Lorenzo, che in Mario Beretta trova un allenatore disposto a credere in lui fino in fondo, fino a fare di lui un punto fermo del suo Siena. Anche se gli inizi non sono facili. “Davanti aveva Giannetti, Rosina e Paolucci – ci racconta proprio Beretta -, ma a furia di buone prestazioni si è ritagliato il suo spazio e si è messo in evidenza. Ha fatto una stagione ottima”. I numeri gli danno ragione: 6 gol alla prima stagione in Serie B è un bottino mica male per un ventenne. A sentire il suo allenatore, aveva un atteggiamento da veterano: “Ha temperamento e qualità, in allenamento era sempre uno di quelli che si impegnavano di più. E con l’età che ha, penso che possa fare ancora meglio e diventare ancora più forte. Sotto questo aspetto ha sempre lavorato tanto e non si è mai tirato indietro”. Anche se un difettuccio magari ce l’aveva: “Quando lo riprendevo buttava giù la testa e teneva un po’ il broncio. Metteva giù il crapone e se ne andava”. Ma nulla di grave, perché dopo dieci minuti era di nuovo pronto e scattante come non mai. “E alla fine il mio ricordo di lui è davvero bello – conclude Beretta -: è uno dei giocatori a cui ho voluto più bene in assoluto”. E proprio quando Rosseti può fare il grande salto, alla fine di quella stagione arriva una doppia stangata. Prima l’infortunio al crociato, poi il fallimento del Siena che lo lascia senza squadra. “Ed è stato un bel problema – confessa Fioravanti -, chi lo avrebbe ristabilito? Lorenzo ha dovuto curarsi da solo e cominciare la riabilitazione. Ha sudato e lavorato molto duramente per rimettersi in piedi, e questo ha rallentato il tempo di recupero”. Anche se poi arriva un treno da non perdere: causa fallimento, il Siena perde tutti i giocatori, e su Rosseti arriva la Juve. “Lorenzo ha firmato coi bianconeri e poi è stato girato in prestito all’Atalanta. Ha avuto poca considerazione, meritava di giocare di più, anche perché doveva recuperare la condizione”. Con i nerazzurri Rosseti gioca solo un tempo contro il Chievo e scampoli di una gara di Coppa Italia con la Fiorentina, e l’estate scorsa decide che è il momento di cambiare aria e ricominciare dal capo. Il Leganès lo vuole per provare la scalata alla Liga, e Lorenzo ne è molto tentato. Poi però arriva l’offerta del Cesena, a cui non si può dire assolutamente di no. “Il direttore Foschi stravede per Rosseti – dice Fioravanti – e per Lorenzo è uguale. C’è un rapporto fantastico fra loro”. Ma dopo un promettente inizio, un’altra tegola: menisco rotto, Rosseti si deve operare. Non vedrà il campo per due mesi. Poi, da dicembre, solo spezzoni con tantissime panchine, e un solo gol trovato con la Ternana a fine anno. Sabato scorso Drago gli ha dato una bella chance nel secondo tempo di Como-Cesena, e lui l’ha sfruttata appieno: gran partita e gran gol. Con un’esultanza rabbiosa, perché può essere la rete della definitiva rinascita. “Si è tolto la maglia – racconta Fioravanti – perché voleva scrollarsi di dosso anche tutte le sfortune che ha avuto. Adesso ha trovato la condizione migliore e gli manca solo il campo”. E adesso, dove può arrivare il nuovo Rosseti? “Ha tre obiettivi grossi. Il primo è fare bene con il Cesena conquistando la promozione in A da protagonista. Poi continuare ad essere nel giro dell’under 21 soprattutto in vista degli Europei, perché a Di Biagio piace molto. Infine, dimostrare di essere un calciatore di Serie A, e cercare di giocarsi le sue carte alla Juventus”. Anche se il sogno nel cassetto è la Premier League, dove Lorenzo vorrebbe andare a giocare nel corso della sua carriera. “A breve farà un corso di inglese – promette l’agente -, gli servirà sicuramente per il futuro”. Scommettiamo che ora di quel momento nessuno sbaglierà più il nome di Lorenzo Rosseti? Luca Mastrorilli  


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