In principio gli scarpini, oggi un bel vestito. Scuro, firmato. Con l’aquila sul petto. E infine sì, anche un bel sorriso. Simone Inzaghi al via, nuova avventura da allenatore. Primo allenamento e poi il ritiro, tutti a Norcia. Lazio casa sua, finalmente. Sogno inseguito per sei anni, dagli Allievi alla Primavera. Oggi raggiunto. Scelta giusta? Chissà, qualche suo ex compagno risponde così: “Premetto che non capisco perché sia stato esonerato Pioli, ma mi auguro che Simo faccia bene. Sarà un traghettatore, era il suo destino”. A parlare è Marco Ballotta, ex portiere della Lazio. Dallo Scudetto al declino, l'ex Modena racconta “Simo” su GianlucaDiMarzio.com: “Fece bene il primo anno (19 gol stagionali ndr), poi si è un po’ perso. Oggi ha intrapreso la strada dell’allenatore, penso sia la scelta giusta. Simone vive di calcio! Non riesce a star senza. Quotidianamente deve parlare di pallone, allenare, stare sul campo. Penso possa essere tagliato per questo lavoro”. Aneddoti? Qualcuno c’è: “Mangiava solo pasta in bianco, non so come facesse a rimanere in piedi (ride ndr). Lui come il fratello eh, stesso stile. Giocavano entrambi sul filo del fuorigioco, gran rapporto tra i due”. Qualche dubbio sull’occasione-Lazio: “Finché si lavora coi giovani è un conto. Lui ha fatto molto bene in Primavera, forse è un po’ prematura la scelta di allenare. Ma se lo merita"
Rewind. Torniamo agli inizi, al primo Simoncino. Nelle giovanili del Piacenza segna spesso, SuperPippo lascia impronte e Inzaghino le (ri)percorre, passo dopo passo. Lentamente e non senza fatica. Lottando, a testa bassa. Nel ’94 sbarca al Carpi, in C1. Prima opportunità, l’allenatore è Giovanni De Biasi. Già, proprio il CT dell’Albania: “Ai miei tempi era un apprendista calciatore – racconta “Gianni” sempre su GianlucaDiMarzio.com - aveva fatto molto bene nel settore giovanile del Piacenza. Con me ha fatto soltanto 9 presenze senza reti, ma aveva 18 anni, la concorrenza era forte. Inoltre, era alla prima stagione lontano da casa e dalla famiglia. Quell’esperienza gli è servita però, ora ha una buona occasione, dovrà coglierla! Gli faccio un grande in bocca al lupo”.
Interviene anche Emilson Cribari, ex giocatore della Lazio: "Contento per Simone, già da giocatore non nascondeva la volontà di diventare allenatore, deve approfittare di questa opportunità, guadagnandosi la riconferma in queste ultime partite. Conservo un bel ricordo di lui...". Curiosità? Qualcuna sì, bella pronta: "Ci ricordava sempre dei 4 gol segnati in Champions! Tutti in una sola partita, non perdeva mai l'opportunità di ricordarcelo negli spogliatoi". Personaggio...simpatico: "Una volta eravamo insieme in un ristorante, mi chiese se si fosse tagliato facendosi la barba. Io risposi di no, chiedendo perché. Lui mi rispose "eh perché mi guardano tutti allora?".
Un pensiero, poi, anche da parte di Bernardo Corradi, ex attaccante della Lazio (22 gol tra il 2002 e il 2004). Un paio d’anni in coppia con Simone, lì davanti è tandem d’intesa. “Banda Mancini” dei bei tempi, Coppa Italia vinta e tante…risate! Corradi racconta: “Simone era uno spasso, ti faceva una battuta dietro l’altra. In quello spogliatoio c’erano personalità molto forti: penso a Couto, Mihajlovic, il primo anno anche il Cholo Simeone. Ti divertivi". Poi, sull’esonero di Pioli: “Mi dispiace per lui. La legge del calcio è questa, paga sempre l’allenatore. Anche se i colpevoli di quest’annata sono tanti. Ora Simone ha il compito di traghettare la squadra, poi chissà. Magari convincerà Lotito a tenerlo anche il prossimo anno”.
Qualcuno parla di salto nel buio: “Molti l’hanno interpretata così, ma chi non l’avrebbe fatto? Sei in Primavera, ti chiamano su. Cosa fai? Vai, no? Ora si misurerà con qualcosa di diverso”. Carriera sfortunata quella di Inzaghino: “Ti dirò, per me era tecnicamente più forte del fratello. Ma Pippo aveva veramente tutto, sia doti tecniche che fisiche. Simone poteva ripercorre la carriera di Filippo a mani basse, ma ha raccolto meno di quanto avrebbe potuto raccogliere”. Curiosità, il gol più bello di Simone? “Di sicuro quello contro il Perugia (22-11-2003 ndr)! Un pallonetto dal limite dell’area. Fu una vittoria in rimonta, segnai anch’io. Ripeto, ha fatto meno di quanto avrebbe potuto fare”. Nuova sfida ora. Soprattutto per smentire questa sentenza che l'ha accompagnato per tutta la carriera. Inzaghi, non più Inzaghino. O il "fratello di". Let's go.