Un uomo in missione, come sempre quando si parla di Eugenio Corini e Palermo. Tredici anni fa la missione era la promozione in Serie A, adesso è la permanenza lì dove il "Genio" trascinò i colori rosanero da capitano. Adesso deve farlo da allenatore: "Oggettivamente è un momento delicato. So cosa vuol dire questo momento per De Zerbi e voglio mandargli un abbraccio, ha qualità e lo dimostrerà. A Palermo c'è grande rammarico, una classifica difficile ed è normale che si veda molto nero. Ho deciso di tornare perché sento la forza e l'energia per rianimare una tifoseria straordinaria, capace di trascinare la squadra oltre gli ostacoli. Gli obiettivi non sono quelli dei miei tempi ma mantenere il Palermo in serie A e un traguardo straordinario. Dobbiamo dare il massimo per questo. Io per primo voglio dare un segnale per avere una spinta emotiva dalla gente. Ce la possiamo fare".
Una fiducia che nasce dalla certezza di poter ricreare entusiasmo in uno stadio che, quando indossava la maglia numero 5 del Palermo, registrava il sold out ogni domenica: "Quando per me si parla di Palermo, sì va al di là della squadra. I tifosi li capisco, la squadra è ultima. L'anno scorso il pubblico palermitano ha riempito lo stadio in una partita decisiva col Verona e l'obiettivo nostro è portare i tifosi a riempire nuovamente lo stadio in quel modo. Dobbiamo ricreare quel l'entusiasmo che porti il tifoso a spingere la propria squadra". Con Zamparini il rapporto, a dispetto di un addio doloroso, è più saldo che mai: "Ho incontrato il presidente sapendo cosa potesse succedere, la sua chiamata mi ha fatto piacere e l'ho visto motivato, ha chiaro il quadro attuale della situazione. L'equilibrio tra società e squadra è fondamentale. Bisogna vedere sempre la luce, perché è stato fatto un buon lavoro. Sono mancati i risultati. Se troviamo noi la scintilla giusta, allora la troverà anche la tifoseria. Superiamo questo momento: so che abbiamo lottato per ben altri obiettivi ma questo è altrettanto importante. Sono qua per dare il meglio in questi sette mesi e ho l'opzione di rinnovo in caso di salvezza. Dopo questi sette mesi si vedrà".
Intanto il Palermo perde un altro pezzo, perché Daniele Faggiano ha chiesto a Zamparini la risoluzione del contratto: "L'addio di Faggiano non è ancora ufficiale - precisa Corini - e se dovesse avvenire sarei veramente dispiaciuto. Non conosco bene la situazione perché i tempi sono stati stretti, non abbiamo potuto approfondire i discorsi relativi al mercato. Capisco che si vogliano risolvere le difficoltà col mercato, ma abbiamo delle partite determinanti. Pensiamo a quelle, io ho solo dato delle linee guida. Poi è importante la motivazione, come per i ragazzi che già sono qua. La cosa principale è questa. Sapete tutto quanto sia difficile il mercato di gennaio". Difficile come rimontare in una classifica che vede i rosa ultimi a sei punti: "Ho preso il Chievo a sei punti, ma anche l'anno prima subentrai dopo cinque sconfitte di fila e finimmo a 45 punti. Quindi conoscevo già la squadra. Quel che conta però è trovare l'equilibrio, dobbiamo avere la forza di trovare la luce e rendere il nostro gioco efficace. Questa squadra si è espressa bene col 3-5-2 o il 3-4-2-1. Rispettare le caratteristiche dei giocatori e la base. I nostri esterni attaccano sui 60-70 metri, può essere un sistema utile per creare situazioni dinamiche diverse. Oggettivamente è difficile attuarlo a Firenze, devo capire chi ho a disposizione".