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Data: 04/10/2016 -

La maxi squalifica, la grazia, il riscatto. Gaetano Fontana: "E' stata una lunga sofferenza, ora sogno con la mia Juve Stabia"

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Partiamo dal presente. Grande vittoria domenica per 3-0 contro il Fondi, tanti applausi e terzo posto in classifica dietro Foggia e Lecce. La Juve Stabia vince, diverte e raccoglie consensi. Anche (e soprattutto) grazie al lavoro dell’allenatore Gaetano Fontana, ex centrocampista di Napoli e Fiorentina. Ma riavvolgiamo il nastro, tornando indietro di quasi tre anni. Esattamente al 10 novembre 2013. Allo stadio Arechi di Salerno si gioca il derby tra Salernitana e Nocerina, all’epoca entrambe in Lega Pro. I giorni precedenti alla partita furono caratterizzati da un mare di polemiche, per il divieto imposto ai tifosi rossoneri di seguire la squadra in trasferta. Gli stessi tifosi che poi minacciarono i propri giocatori, chiedendogli di non scendere in campo. Il risultato? La Nocerina effettua tre sostituzioni a inizio gara, cinque calciatori si fingono infortunati lasciando la squadra in 6 e causando la sospensione dell'incontro. Di male in peggio. Perché poi la società viene esclusa dal campionato e riparte dall’Eccellenza. E per Gaetano Fontana, allenatore proprio di quella Nocerina, da quel giorno iniziò un lungo calvario a causa di una squalifica di 3 anni e mezzo inflittagli dal Consiglio Federale. Un incubo interrotto lo scorso 22 marzo, quando la FIGC ha concesso all’allenatore la grazia condonandogli i 15 mesi di squalifica rimasti. “E’ stata una lontananza sofferta – ha raccontato Gaetano Fontana a GianlucaDiMarzio.com – proprio perché figlia di una squalifica non meritata. Questo è stato uno dei motivi che poi ha portato la FIGC a concedermi la grazia. E’ stata dura rimanere in piedi, ma l’obiettivo era arrivare a vivere ciò che sto facendo oggi. Per ottenere ciò, mentalmente ogni giorno allenavo la mia squadra ideale al fine di farmi trovare pronto. Ma l’episodio di Nocera è ormai un capitolo chiuso della mia vita, dal quale ho tratto degli insegnamenti da tenere sempre presenti”.

L’occasione del riscatto gliela concede la Juve Stabia, squadra in cui Fontana ha anche giocato nella sua lunga carriera. Piazza calda quella di Castellammare, che sogna in grande dopo aver vissuto tre anni di Serie B tra il 2011 e il 2014 ed essere ritornata in Lega Pro. E Fontana non sta di certo deludendo, anzi. La Juve Stabia è terza, a soli tre punti dalle due favorite Foggia e Lecce. Ma, soprattutto, esprime un calcio propositivo, di qualità, puntando sempre al possesso palla. Rispecchiando un po’ quelle che erano le caratteristiche del Fontana calciatore. “Penso che l’obiettivo di una partita sia il gol. Credo che questo vada raggiunto attraverso un’idea di gioco, ciò prescinde da quel che io ero da giocatore. Mi aspettavo che il lavoro desse i suoi frutti. Per me è importante la qualità del lavoro perché dietro la qualità c’è sempre il risultato”. Da calciatore Fontana era il classico regista, quello che fa girare la squadra. Un allenatore già in campo. Poi lo è diventato per davvero, in panchina. “Da calciatore mi sono sempre interessato alle dinamiche tecnico-tattiche della squadra per una mia conoscenza personale. La conseguenza è che l’amore verso questo sport mi ha portato a continuare a viverlo da allenatore, ruolo che sento pienamente”. Idee chiare, in campo e fuori. Le stesse che hanno convinto la Juve Stabia (e non solo) a puntare su di lui. “Dopo la proposta di Castellammare ne ho ricevute altre e ne sono orgoglioso. Ma, a pelle, ho sentito la necessità di ricominciare il mio percorso da questa città, verso la quale avevo un debito morale”.

Fontana, in campo, era un calciatore con grande estro e fantasia. Quanta fantasia? Tanta da inscenare un finto litigio in campo per chi doveva battere una punizione, per poi tirarla all’improvviso e cogliere di sorpresa il portiere. “Sì, è uno degli episodi che ricordo con più simpatia. Accadde a Napoli contro la Sangiovannese, quando litigai per finta con Capparella al fine di distogliere l’attenzione dei nostri avversari. L’esito fu positivo, è un episodio ormai noto che ancora in tanti oggi mi ricordano. Napoli, così come Firenze, è stata un’esperienza fondamentale per la mia crescita ed un premio alla mia carriera. Ed ho avuto la fortuna di vincere in queste due piazze così importanti”.

Perché questo è Gaetano Fontana, sia in campo che in panchina. Passione, intelligenza e qualità. Ma anche saggezza ed equilibrio. Lo stesso che gli ha permesso di superare la lunga squalifica e di tornare più forte di prima. Con una Juve Stabia che ora diverte e fa sognare i suoi tifosi.



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