Niente giri matti sull'ottovolante, ma il dna zemaniano nella Reggina che si aggiudica il Derby dello Stretto sul Messina si nota eccome. Chi attendeva una squadra stile parco divertimenti Zemanlandia, tanto caro a papà Zdenek, sarà rimasto deluso (almeno nel primo tempo): la versione adottata da Karel è diversa, aggiornata ai tempi. Magari meno bella, decisamente più pratica. Quest'oggi vincente. Niente difesa altissima né tatticismi esasperati, ma tanto sacrificio e corsa sugli esterni. Questione di dna, questo sì.
La 'mossa' che colora di amaranto lo Stretto nel caldo pomeriggio del Granillo ha un nome, un cognome ed un numero preciso: Antonio Porcino, maglia 17. Professione terzino, ma oggi spostato avanti di almeno 30 metri. Corsa, qualità, inserimenti e un sinistro capace di far esplodere il Granillo: 'taglio' a beffare la difesa del Messina (questo sì tanto caro a papà Zdenek) e tocco morbido. Deliro amaranto firmato proprio da uno dei 'figli del Sant'Agata' rientrato a casa solo nelle scorse settimane. Corsa matta in mezzo ai tifosi impazziti, esultanza quasi rabbiosa.
Zeman rimane (quasi) impassibile, Marra in panchina invece non sta fermo un attimo: lui che di derby ne ha vissuto tanti anche da giocatore avrebbe volentieri tolto la giacca ed indossato gli scarpini. Non può, lo sa bene anche lui. E allora indicazioni continue, Milinkovic (il migliore del Messina) va vicino al pari immediato ma Sala blocca. E i 5757 spettatori del Granillo trattengono il fiato. Per poi urlare nuovamente e ancora più forte tutta la loro passione quando Oggiano dal dischetto fa 2-0. Milinkovic perde la testa, rosso diretto. È il segnala della resa definitiva del Messina. La Reggina colora di amaranto lo Stretto. Per un pomeriggio, decisamente meglio di qualunque ottovolante.