Eleganza, carisma. Emana sicurezza. Quasi sempre in piedi e con lo sguardo sul pezzo, all'inseguimento dell'azione. "Vamos" spagnolo sulle labbra che esce a ripetizione, quando può lui incita. Poi s'incazza pure, perché certi svarioni difensivi non sono ammissibili se ti chiami Real e vuoi vincere tutto. Ma la forza del Zidane allenatore è... il gruppo. Il suo gruppo. I suoi ragazzi lo seguono, lo stimano, la buona parola ce la mettono sempre e comunque, per lui. Jesé Rodriguez lo ringrazia, nel post. Idem Sergio Ramos: "Ognuno tragga le proprie conclusioni". Uno scatto dall'Olimpico, emblematico: segna Cristiano e... squadra che va dritta ad abbracciare Zidane, festeggiamento di gruppo che non si vedeva dai tempi di Ancelotti in casa Real. "Vedere la squadra festeggiare i due gol in questo modo mi rende felicissimo" dirà in conferenza. Zizou si prende l'Olimpico, soffrendo, e mette una bella ipoteca al passaggio ai quarti.
Poco prima di parlare in conferenza, ecco che il telefonino squilla: Zidane osserva lo schermo e risponde, immediatamente. I complimenti dal presidente? Chissà. Poi la sua analisi a caldo: "E' stata una partita complicata, sopratutto nel primo tempo. Meglio nel secondo in cui abbiamo segnato due gol e potevamo farne di più. Anche la Roma poteva farne qualcuno. Questi due gol fuori sono molto importanti. Qualificazione, discorso chiuso? No, non è mai chiuso". Saggio e prudente, non si mota la testa. Zizou sorride soddisfatto e sul finale ammette: "Però sì, stanotte dormirò felice".