Quello che la guerra e gli uomini dividono, il calcio può unire. E trasformare, da sofferenza in sollievo, da tensione in felicità. Vedere i calciatori della Siria, inginocchiati sul terreno di gioco al termine del pareggio contro l'Iran che ha regalato loro la possibilità di giocarsi l'accesso a Russia 2018 tramite gli spareggi, fa effetto. Perché la mente viaggia verso immagini più cruente, di uomini sì in ginocchio, ma con armi puntate contro o per sorreggere i corpi dei bambini uccisi dall'orrore delle lotte intestine.
Per fortuna però esiste il calcio, una via di fuga. In questo caso un'isola felice che riesce a far scendere in piazza i siriani a Damasco, per tifare la propria Nazionale. Che compie un'impresa sportiva: grazie al pareggio (2-2) acciuffato contro l'Iran a tempo scaduto da Omar Al Somah, la Siria ha staccato il pass per gli spareggi mondiali. Terza classificata (13 punti) nel gruppo A del girone asiatico (primo proprio l'Iran, seconda la Corea del Sud), adesso affronterà l'Arabia Saudita o l'Australia nel primo spareggio. Se dovesse vincere, ancora un ostacolo prima della Russia: la quarta classificata del gruppo CONCACAF. A quel punto si tratterebbe di un'impresa storica, ma di fatto lo è già questa: sentire quella parola, Siria, e non vedere sangue o dolore. Ma un gol al 90', la panchina che corre in campo e lacrime sì, ma di gioia.