Un nome, una garanzia. Deportivo Alavés, dalle parti di Vitoria Gastez per tutti è 'El Glorioso'. L'eco degli ottimi risultati del club ha superato i confini del capoluogo dei Paesi Baschi e riecheggia adesso in tutta Europa. La salvezza matematica conquistata dalla banda di 'El Pito' (il Puffo) Abelardo è solo la ciliegina su una torta che per l'Alaves si prospetta golosa. Il 2-1 al Villarreal ha consegnato agli albiazules la salvezza con ben 12 giornate di anticipo. L'attuale quinto posto, a -2 dal Getafe, fa sognare l'Europa. E pensare che a dicembre 2017, con soli 6 punti conquistati, l'Alavés sembrava condannato alla retrocessione. Poi la cura Abelardo ha ridato lustro alla squadra e fiducia all'ambiente.
Oggi, se la qualificazione alla massima competizione continentale resta un sogno per l'Alavés, mai conquistata nella sua storia, l'Europa League è l'obiettivo concreto. Diciassette anni dopo l'ultima volta e ben diciotto dalla "finale del secolo". Fu soprannominata così l'ultimo atto della Coppa UEFA 2000/2001 contro il Liverpool. La finale più emozionante nella storia della competizione: finita 5-4 per i Reds al golden gol, in nove contro undici, persa dagli spagnoli solo dopo una sfortunata deviazione di Delfí Geli, terzino numero sette di quell'Alaves dei sogni. A diciannove anni da quel giorno, i tifosi albiazules attendono di rivivere le fantastiche emozioni europee.
Il fortino: Estadio Mendizorrotza
Il fortino dell'Alaves è il Mendizorrotza. Un gioiellino di poco meno di 20000 posti che per tutti, in Liga, è una barriera invalicabile. Fra le mura amiche, infatti, la squadra di Abelardo in stagione ha ceduto il passo soltanto all'Atletico Madrid. Sono 12 i risultati utili in casa. Da ricordare è il successo contro il Real Madrid dello scorso ottobre: 1-0 in pieno recupero e l'emozione di una notte da capolista in Liga per la squadra basca. Guardando le statistiche i numeri degli spagnoli non sono da capogiro: 27 gol fatti in 26 gare e 29 subiti. Attacco discreto, ma difesa solida: attualmente la sesta migliore in Spagna. Il reparto offensivo non conta bomber di livello, nessun giocatore dell'Alaves è infatti nella top 20 dei marcatori della Liga. Tanti assist, però, li ha collezionati Jony, quota 9, che consentono all'ala sinistra spagnola di rincorrere Messi e Jordi Alba del Barcellona fermi a 13.
Solidità e calci piazzati: i segreti dell'Alavés
La forza è il gruppo. Il solido 4-4-2 di Abelardo unito alla capacità di sfruttare al meglio ogni calcio piazzato. Pacheco e Laguardia a blindare la difesa, il roccioso Manù Garcia a centrocampo, capitano e leader della squadra basca, Jony a dare estro alla fase offensiva e Calleri e Baston a completare il reparto. In rosa, senza aver mai esordito, c'è anche Rodrigo Ely, ex Avellino e meteora al Milan.
Umiltà, solidità e lavoro: questa la ricetta vincente per i baschi dell'Alaves, che senza far troppo rumore stanno scalando la Liga. La promozione in Primera Division nel 2015-2016, dopo 10 anni di assenza, sembra un traguardo ormai lontano. La finale di Coppa del Re con il Barcellona, poi persa, dell'anno seguente è stato il primo passo verso l'ascesa. Le difficoltà della scorsa stagione, risollevata dall'avvento in panchina di Abelardo: 41 punti, dei 47 finali, conquistati dall'allenatore portoghese a partire dalla 14^ giornata. Una missione che sembrava impossibile, poi rivelatasi possibile. Dalla lotta per la salvezza a quella per l'Europa, il passo è stato tutt'altro che breve per la squadra basca. Senza segreti, solo abnegazione e solidità. Verso l'Europa e oltre, per portare alto il nome dell'El Glorioso Alavés.
a cura di Oscar Maresca