150 anni e non festeggiarli. È ciò che rischia il Nottingham Forest, storica società calcistica inglese alle prese con uno dei periodi più bui della sua storia. Assente dalla Premier League da ormai quindici anni, i Reds rischiano ora di veder rovinato l’evento che tutta la città aspetta da tempo: la celebrazione di un secolo e mezzo di vita, assieme agli eroi calcistici che hanno portato in alto il nome del club.
A dispetto delle deludenti prestazioni recenti, infatti, il Forest è annoverato tra le squadre più vincenti d'Inghilterra, avendo trionfato per ben due volte nella massima competizione europea, la Coppa dei Campioni. Erano gli anni ’70 e, sotto la guida di Brian Clough, il Nottingham visse la migliore epoca di sempre: nel giro di cinque anni arrivarono anche la promozione in First Division, un campionato, due coppe di lega, una supercoppa di lega, una supercoppa europea. Un gruppo di inarrestabili ragazzi si conquistò i rotocalchi di tutta l’Inghilterra interrompendo il dominio del Liverpool, rendendosi immortali ai propri tifosi.
Oggi, nei giorni che precedono il lieto anniversario, quegli stessi eroi stanno boicottando l’evento organizzato dalla società, a causa dell'elevato costo dei pacchetti ideati per l'occasione fissati a 180 sterline l’uno. E in un periodo di crisi economica e di difficoltà di risultati, un prezzo del genere risulta essere proibitivo per la maggior parte dei supporters dei ‘Tricky Trees’, provenienti in gran parte dalla working class britannica.
John Robertson, Larry Lloyd, Kenny Burns, Colin Barrett: tutti schierati dalla parte dei tifosi, a chiedere alla dirigenza di rivedere il costo del ticket di ingresso per la serata del gran gala. “180 sterline per una cena di tre portate con un vecchio calciatore seduto vicino a te? È scandaloso”, il commento di Burns. Anche Garry Birtles, fenomenale partner di Trevor Francis nell’attacco del Nottingham che vinse tutto, ha avuto qualcosa da dire a riguardo: “Nessuno si aspetta di pagare 20 sterline, ma 180 sono davvero troppe da chiedere ai tifosi del Forest. Con la metà dei soldi, vado a vedere un concerto di Bruce Springsteen”.
Le lamentele dei tifosi, supportate dall’endorsement dei propri beniamini, stanno raccogliendo i propri frutti, costringendo il club a ripensare l’evento in modo diverso così da abbassare il costo del tutto. Che la protesta abbia il suo effetto? Molto probabile. Per non trasformare uno splendido compleanno in un evento deserto, al quale nemmeno le vecchie glorie del club potrebbero (nè vorrebbero, a certe condizioni) partecipare.
Andrea Zezza