Parole chiave. Ovunque. Oggetto di continuità in ogni 90’ giocati, trovando un filo conduttore nell’arco della partita, e pronte a cambiare a seconda dell’andamento della stessa. Se per Arsenal-Milan si era parlato di “errore” come password per aprire il contenuto del ritorno degli ottavi di finale di Europa League, tra le chiamate errate della terna svedese e il negativo intervento di Donnarumma, per Milan-Chievo ci si può tranquillamente fissare su un concetto di “reazione”: reciproca, pur differentemente efficace da una parte all’altra, e anche nei singoli, in un successo rossonero tanto sofferto quanto fondamentale.
Reazione numero 1: dimenticare l’eliminazione in Europa League e ri-tuffarsi, corpo e mente, sul campionato. E se la squadra di Maran appariva come avversario tutt’altro che insormontabile, reduce da un ruolino di marcia a dir poco deludente (con 7 sconfitte nelle ultime 7 trasferte, 9 nelle ultime 12 gare), a smentire tutti è stato il duo Stepinski-Inglese: due occasioni, nel giro di due minuti, due gol, a ribaltare l’ottima partenza rossonera, figlia sì della reazione cercata e trovata. Perdere un’imbattibilità difensiva che durava da 407 minuti, subire due gol in casa (per la prima volta, in campionato, dopo la sconfitta di dicembre contro l’Atalanta) e rispondere con la mentalità giusta, ribaltando con pazienza un risultato inatteso e mai verificatosi nella storia rossonera al termine dei 90’: sinonimo di fortissimo credo in un gruppo sempre più unito, capace di nutrire ormai piena fiducia nelle proprie potenzialità come già accaduto a Genova, fino all’ultimo respiro di partite apparentemente indirizzate verso una mancata vittoria.
Reazione numero 2: a metà per il Chievo, capace di tenere bene il campo ma non di portare a casa ancora punti, completa invece per André Silva. Due gol nelle ultime due gare di campionato, da subentrato, dopo averne trovati 0 nelle precedenti 26 giornate: miglior modo per presentarsi con qualche partita di ritardo al calcio italiano, dopo aver timbrato il cartellino 8 volte in Europa League, e di risultare decisivo con due, importantissimi spunti, determinanti per credere ancora ad una rimonta-Champions complicata ma non più impossibile.
Reazione numero 3, infine: quella sempre più crescente quando Patrick Cutrone e il concetto di gol si avvicinano sempre più, fino a incrociarsi continuamente e per la 15º volta in stagione, nel miglior modo possibile trovato per festeggiare la convocazione in Nazionale maggiore. Senza dimenticarsi di Çalhanoglu, al secondo gol in una settimana e sempre più attratto dalla reazione della Çalhamita-Chievo: gol all’andata, primo in campionato, e gol al ritorno, per una trasformazione in calciatore ormai determinante per Gattuso. L’uomo della reazione-Milan, tanto per cambiare termine: quella da media punti scudetto, per la squadra rossonera, almeno nel girone di ritorno e con una gara in meno. Sfruttando la sosta incombente per tentare di completare, ancor più fortemente, l’ormai già citato concetto di progressiva RinOscita milanista.