A Barcellona si inizia a vedere la luce infondo al tunnel. Xavi sembra star riportando i catalani sui livelli cui ci avevano abituato. Ma alla guida del Barcellona durante la tratta più buia del tunnel è stato Ronald Koeman, anche lui leggenda del club. L'olandese ha dovuto fronteggiare il cambio di presidenza, l'addio di Messi e la prima eliminazione ai gironi di Champions in quasi vent'anni, portandolo all'esonero a ottobre (vincendo comunque una Copa del Rey). In una lunga intervista al quotidiano olandese AD, Koeman ha raccontato i retroscena della sue esperienza in Catalogna.
"Ho fatto quello che dovevo, ma non ero l'allenatore di Laporta"
Durante la gestione Koeman, molti top-player hanno lasciato Barcellona (Griezmann, Messi e Suarez su tutti). "Ho pensato troppo nell'interesse del club e non nel mio. Ho accettato la partenza di alcuni giocatori su insistenza della dirigenza, per rimettere in ordine le finanze. Ma quando poi vedi che stanno acquistando qualcuno per 55 milioni (Ferran Torres del Manchester City, ndr), poco dopo che hanno lasciato andare Messi... Allora ti chiedi se davvero non c'era altro da fare".
Ma Koeman pensa di aver commesso errori? Farebbe qualcosa diversamente adesso? L'allenatore a riguardo sembra deciso: “No, penso ancora di aver fatto quello che dovevo. Non ero l'allenatore di Laporta. Ho avuto quella sensazione dal primo momento in cui l'ho incontrato, dopo che ha vinto le elezioni. Mancava il necessario sostegno dall'alto".
"Mi hanno mancato di rispetto. Ma il Barça sarà sempre il mio club"
Dopo una serie di pessimi risultati, alla fine di ottobre Koeman è stato esonerato. L'ambiente stava diventando ostile nei suoi riguardi, come l'aggressione subita da alcuni tifosi dopo il Clasico perso (2-1) mentre si trovava in macchina con la moglie. La separazione ufficiale è avvenuta dopo la sconfitta esterna con il Rayo Vallecano, è bastato "un minuto e mezzo" in aereo. Una mancanza di rispetto, a detta di Koeman. "Se davvero pensavano che fossi una leggenda del Barcellona, avrebbero dovuto trattarmi in modo diverso. Anche la mancanza di rispetto mi ha ferito. Ma il Barcellona sarà sempre il mio club, continuerò a vivere qui. Non ha senso guardarsi indietro con risentimento".
Però, nonostante sia sempre "Il suo club", è ancora troppo doloroso andare al Camp Nou: "Per ora non mi vedrai al Camp Nou, non con questo presidente. Non posso far finta di niente. Il tempo che è stato concesso a Xavi, non è stato concesso a me. Avevo a che fare con troppi infortunati. Anche Xavi ha avuto il mio stesso problema: ci ha messo un po' per sistemare. Ha aggiunto tre attaccanti (Torres, Adama Traoré e Aubameyang, ndr), sarebbe piaciuto anche a me. Ma sono felice per il club, che ora le cose vadano meglio e per i giocatori".
"Non mi pento di aver lasciato l'Olanda. Laporta mi disse che non avrebbe preso Xavi"
Per firmare con il Barcellona, nell'estate del 2020, Koeman ha dovuto lasciare il ruolo da ct dell'Olanda, che avrebbe dovuto guidare all'Europeo dell'estate successiva, una scelta della quale non si pente. "Non ho mai pensato per un momento che non sarei dovuto venire a Barcellona. Volevo davvero farlo". Tornando sul suo esonero, l'olandese racconta un nuovo retroscena sull'attuale presidente: "Laporta voleva sbarazzarsi di me perché non ero stato nominato da lui. Però mi ha detto mille volte che nemmeno Xavi sarebbe diventato il suo allenatore, perché gli mancava l'esperienza!"