Di lasciare il calcio non ne ha proprio voglia, Miroslav Klose. Con i suoi 39 anni continua a lavorare sul campo, non più con gli scarpini ai piedi, ma nello staff di Joachim Löw nella Germania. Studia da allenatore, ma è ancora legato alla sua ex squadra: “Bravo Inzaghi ha fatto un ottimo lavoro. Seguo ancora la Lazio, vedo i risultato e sono ancora in contatto con Lulic e Biglia. A Roma sono tornato tre o quattro volte ma senza andare allo stadio” ha detto a La Gazzetta dello Sport.
Un anno dal suo addio al calcio, un anno nel quale in biancoceleste è stato sostituito al meglio da Ciro Immobile: “Si è fatto valere - ha detto il tedesco - La Lazio può arrivare davanti alla Roma, ma dipende dai rinforzi del mercato”. Sul suo futuro invece: “Non mi manca il campo, faccio qualche partitella per tenermi in forma, ma non sento il richiamo. Nel futuro vorrò allenare e sono qui per questo, a settembre inizio il corso per prendere il patentino”. In Russia con la nazionale tedesca è addetto all’attacco: “Le giornate sono più lunghe, prima mi allenavo e giocavo, ora devo preparare gli esercizi e analizzare la partita e appena finito si ricomincia con la prossima partita. Non sono qui come mascotte, ma dico la mia opinione anche sulla formazione. Il prossimo anno mi auguro di essere ancora qui sarebbe fantastico. L’Italia? Ha buone possibilità di qualificarsi”.
Una Germania che si è presentata in Confederations Cup con molti giovani: “Gomez e Müller sanno che dietro a loro c’è gente che vuole giocare. Ai più giovani dico di rimanere con i piedi per terra. Sandro Wagner è molto simile a Gomez per fisico e movimenti, mentre Stindl cerca più spazio tra le linee”.
“Io a 21 anni facevo l’apprendista carpentiere, mentre loro già giocano ad alto livello. Ma iniziare presto ti logora anche prima. Una carriera da calciatore dura 15/16 anni. La generazione di Schweinsteiger e Lahm a 33/34 anni è verso la fine, quella di Götze già verso i 30".