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Data: 20/10/2017 -

Kerlon lascia il calcio a 29 anni, la Foquinha di Inter e Chievo si arrende agli infortuni

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Kerlon Moura Souza lascia il calcio a soli 29 anni, troppi gli infortuni che hanno ostacolato la crescita professionale e interrotto la sua carriera. In pochi però lo ricorderanno per il suo nome all’anagrafe, molti invece per la sua etichetta o meglio il dribbling da lui inventato, la foquinha. Soprannome dovuto al dribbling con il quale superava gli avversari e diventato marchio indelebile. Palla in alto e colpi di testa per cercare di aggirare i difensori che non riuscivano a fermarlo senza commettere fallo. Tanti i colpi ricevuti, come quello subito da un difensore del Cruzeiro che per impedirne l’avanzata rimediò cinque giornate di squalifica. La foquinha, il numero che l’ha reso famoso, ma anche quello che ne ha causato la fine della carriera.

Gli appassionati di Playstation invece si ricorderanno di lui perché nel gioco Football Manager era tra i giovani talenti più promettenti della sua generazione. Non solo nella realtà virtuale, ma anche sui campi veri. In quelli del Campionato sudamericano 2007, dove viene nominato il miglior giocatore del torneo. Poi però i primi infortuni. Due volte al ginocchio, ma l’Inter lo vuole portare ugualmente a Milano per anticipare la concorrenza. Lo manderà in prestito al Chievo, come fatto in altre operazioni simili in quegli anni, vedi Obinna e Julio Cesar. L’esperienza italiana lo vede protagonista però quattro volte. Solo quattro partite prima di dire addio alla Serie A. Destinazione Ajax, dove lo spedisce Mourinho, che lo vuole vedere giocare con continuità, invece che lasciarlo in tribuna nell’anno del triplete. Troppa concorrenza, ma anche troppi gli infortuni, che lo costringono a tornare in Brasile, per un nuovo intervento al ginocchio. Poi una nuova occasione nel Paranà, prima di cominciare il suo viaggio nelle categorie minori. Nella seconda categoria giapponese, nei Fujieda e poi in America, nei Miami Dade, fino all’ultima maglia da professionista lo scorso anno in Slovacchia. Oggi la decisione definitiva: “È con grande tristezza che comunico la chiusura della mia carriera come giocatore di calcio professionista”. Fine del sogno.

Il “nuovo Ronaldinho”, come qualcuno su Youtube l’aveva soprannominato un po’ frettolosamente, si arrende alla sua fragilità. Un metro e sessantasette centimetri eppure il suo punto di forza era la testa, un controsenso calcistico. In alto dove gli altri non potevano arrivare, nonostante la sua statura. I tifosi interisti però non hanno mai potuto vedere la foquinha, colpa di un difensore nerazzurro che in quegli anni incuteva timore al brasiliano: “Se Materazzi mi avesse colpito sarei volato via!”. Vola via invece la speranza di molti di poter tornare a vedere quel colpo da circo, che lo ha reso famoso, ma che forse lo ha condannato ad una carriera così breve.


Foto: globo.com



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