Giocare a calcio fra due continenti: il sogno del Kazakistan
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Data: 18/11/2023 -

Giocare a calcio fra due continenti: il sogno del Kazakistan

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Il Kazakistan, 98esimo del ranking FIFA, potrebbe andare per la prima volta agli Europei: storia calcistica di un Paese a metà fra due continenti
Il Kazakistan, 98esimo del ranking FIFA, potrebbe andare per la prima volta agli Europei: storia calcistica di un Paese a metà fra due continenti

In uno dei gironi più combattuti delle Qualificazioni a Euro 2024 c'è una nazionale che sta stupendo tutti: il Kazakistan, terzo a meno uno dalla Slovenia. 

Il dato più sorprendente è la quantità di punti fatti: 18. Frutto di sei vittorie: l'ultima contro San Marino qualche giorno fa. A una giornata dal termine del gruppo, il Kazakistan può ancora qualificarsi agli Europei, battendo la Slovenia a Lubiana lunedì e superandola al secondo posto. Sarebbe la prima volta nella sua storia. 

È probabile che questi risultati permettano al Kazakistan di avanzare nel ranking Fifa: adesso è al 98esimo posto, dietro ad Haiti e Curaçao. La storia calcistica del Paese è legata alla dissoluzione dell'Unione Sovietica. Il Kazakistan è uno degli "-Stan countries", e il suo territorio è transcontinentale: ragion per cui nel 1991 si scelse di aderire alla federazione asiatica (AFC). I risultati? Scarsi: nessuna qualificazione ai Mondiali, netta inferiorità nei confronti di Iran, Giappone, Corea del Sud. 

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Euro 2024: la storia del Kazakistan, sorpresa del gruppo H

La decisione di slittare in ambito UEFA arriva poco dopo: le trattative cominciano nel 1996, l'ingresso ufficiale risale al 2002. Una migrazione necessaria alla "europeizzazione" del Paese, che passa anche da grandi eventi come l'Expo 2017. Lo organizza Astana, capitale dal 1994 in sostituzione di Almaty. Una città che sembra finta, inventata: palazzi avveniristici color oro e argento in mezzo a edifici tradizionali d'epoca sovietica. "Astana" è anche il nome dei principali club professionistici del Paese, emanazione di una polisportiva di Stato chiamata "Club Presidenziale Professionistico Astana". Basket, calcio ma soprattutto ciclismo (il team era ai vertici fino a qualche anno fa, anche grazie a Vincenzo Nibali); i colori azzurro e giallo, quelli della bandiera, a far conoscere in giro per il mondo quel paese così esotico, i cui abitanti hanno tratti asiatici ancor più che caucasici. 

Lo sport serve al Kazakistan a passare da un'economia tradizionale, fondata sull'esportazione di risorse energetiche (petrolio in primis) a una più immateriale. Vera svolta o "maquillage"? Forse più la seconda, se si guarda alla politica e ai diritti. Nel 2019 il presidente-sultano Nazarbaev lascia l'incarico dopo 30 anni ma il successore, Toqaev, è un suo fedelissimo. E se non bastasse, la capitale Astana viene rinominata in suo onore, diventando "Nursultan" (il nome di battesimo dell'ex presidente). 

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Il momento politico è difficile: da gennaio 2022 ad Almaty sono cominciate grandi proteste per l'aumento dei prezzi. L'esercito ha sparato sui manifestanti e sono morte molte persone, anche se le stime variano da poche decine alle centinaia. Nello stesso anno il nome della capitale è tornato "Astana" per decreto presidenziale. Ma le tensioni che agitano anche oggi un Paese così grande (19 milioni di abitanti) e ricco di risorse sono un problema sia per la Russia che per la Cina

Il calcio in Kazakistan

Giocare a calcio in Kazakistan non è facile. Astana/Nursultan è la seconda capitale più fredda del mondo dopo Ulan-Bator (Mongolia). I campi sono spesso danneggiati, l'unica alternativa è il sintetico dell'Astana Stadium, che nel suo monumentale grigiore richiama molto da vicino l'epoca sovietica. Nel campionato sovietico le squadre kazake non ebbero mai spazio, a eccezione del Qairat di Almaty. Il trasferimento della capitale ha portato al riassestamento degli equilibri del calcio locale: l'Astana, fondata nel 2009, vince 7 campionati, e dopo un calo nel 2020 e nel 2021 torna in vetta nell'ultima stagione. Nel mezzo anche una qualificazione alla Champions, nel 2015-2016, quando giocò contro Atletico, Benfica e Galatasaray e chiuse a 4 punti il girone. 

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La nazionale kazaka non abbonda di talento: il più promettente è il classe 2002 Maksim Samorodov, dell'Aqtobe, in gol contro l'Irlanda del Nord. Il capitano è Tağıbergen, 33 anni, il CT Magomed Adiev, russo ma con esperienza nel campionato kazako. Lo ha scelto la Federazione nel 2021. Niente di strano, se non fosse che nel 2016 la selezione del nuovo allenatore fu affidata ... a un sondaggio online. Tutto parte del grande "maquillage" di Nazarbaev, che voleva dare l'impressione di essersi "convertito" a uno stile democratico. Tipico di quello che i politologi oggi chiamano "democrature". 

Il risultato più clamoroso di questo girone di qualificazione è il 3-2 contro la Danimarca del 26 marzo scorso. Doppio vantaggio danese con Højlund (21', 35'), i kazaki la ribaltano segnando 3 gol dal 73' all'89'. 

Però vale la pena crederci. I risultati sono incoraggianti ormai da qualche anno, come dimostra la promozione dalla Lega C alla Lega B ottenuta nella Nations League 2022-2023, frutto di 13 punti. Un gioco diretto, il tiro da fuori come arma principale. Dopo la vittoria contro la Bielorussia è arrivato anche il tweet "presidenziale" di Toqaev, pieno di complimenti. Il calcio non sarà mai lo sport nazionale: contro l'Irlanda del Nord la vera star era sugli spalti, il campione di pugilato Golovkin, come sottolineato dall'AstanaTimes. Ma l'appuntamento con la storia è vicino.

In questo senso c'è una ricorrenza che al tempo stesso entusiasma e preoccupa i kazaki. Siamo nel 2013, playoff di Champions League. In campo il Celtic e lo Shakhter Karagandy. Lo Shakhter ha vinto clamorosamente l'andata (2-0), potrebbe essere la prima rappresentante del Paese a disputare i gironi di Champions. Ma il Celtic al ritorno la ribalta: 3-0. Dieci anni dopo, un'altra sliding door. Ad Astana si augurano che vada diversamente. 



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