Dieci anni, dieci mesi e un giorno dopo. 28 novembre 2008: “Blaise, ci serve una mano: ti devo spostare a sinistra”. Glielo aveva chiesto Alain Perrin, un allenatore della vecchia guardia in Francia. Era al Saint-Étienne, Matuidi non aveva nemmeno 21 anni. Ma per l’Europa League serviva lui e in quella posizione: da terzino. Contro il Brugge finì 1-1, Blaise non fece male. Al suo fianco c’era Yoahn Benalouane, che a Parma e Bergamo ricordano molto bene.
Era giovanissimo, quasi all’inizio, Matuidi. Sapeva che non era il suo ruolo, eppure altre per altre dodici volte è stato schierato in quella posizione con quella maglia. Poi più nulla, fino a Juventus-Spal. Dieci anni, dieci mesi e un giorno dopo. E soprattutto dopo un calciomercato che poteva portare Matuidi lontano da Torino in estate. Le offerte non sono mancate, così come la voglia di rimanere in bianconero. Sarri, fino a ora, non ne ha mai fatto a meno.
Di anni ne ha 60, contro 63, ma anche lui come Perrin di esperienza ne ha tanta. E in un momento di difficoltà gli è venuto in mente di tornare indietro. Più che esperimento, bisognerebbe quasi parlare di un piccolo ritorno al passato: Blaise non ha fallito. Nessun dribbling tentato, ma 91 passaggi riusciti. E un avvio di azione che ha portato al bel gol di Pjanic verso la fine del primo tempo. Al suo fianco non c’era Benalouane, ma De Ligt, che ha giocato probabilmente la sua migliore partita da quando è in Italia.
Gli avversari erano determinati (chiedere a Berisha), ma non impossibili da battere. La Juve vince 2-0, alza il ritmo e si prepara alla Champions e all’Inter. E quel ragazzino di allora si conferma una certezza anche adesso. Altra epoca, altro campionato. Stesso insolito ruolo. In caso di emergenza, Sarri sa a chi chiedere.