“C'è qui il suo amico”. Indica il telefono, c'è qualcuno in linea. 'Pronto? Ciao Miralem!'. Un sorriso, un ricordo. Più di uno anche. Sarà andata più o meno così, come tra vecchi amici. L'ha raccontato Luciano Spalletti, in conferenza stampa, prima che la sua Roma incontri di nuovo Pjanic. Avversari, per la prima volta. Tutto per quella clausola. Scelte, dinamiche di mercato. Una separazione che ha 'annullato' il primo mercato della Roma a stelle e strisce.
Lo Stadium la sua nuova casa, e un'estate per far diventare gli avversari di poche settimane prima i suoi nuovi compagni di squadra. E viceversa. Basta una firma. Ma forse non abbastanza per tagliare con una fetta del suo passato. Sarebbe un peccato… capitale. La maglia cambia, gli amici restano. Come la stima. Perché almeno così funziona tra calciatori. Per i tifosi però è diverso. Indice puntato sul tradimento, come un libro da bandire. Ma non tanto per l'addio, quanto per la destinazione.
Roma-Torino solo andata. E via da quella città “che mi ha accompagnato nelle strade della vita che mi hanno fatto diventare uomo e padre”. Arrivato a 21 anni, andato via a 26. Senza trofei, che rimpianto, ma con cinque stagioni di Serie A nel bagaglio, la fama di specialista delle punizioni guadagnata grazie a quei colpi dalla 'sua' mattonella, e un figlio. Edin, a cui ha dato lo stesso nome del suo amico e connazionale. Domani contro.
L'alunno di Juninho, diventato maestro, alla prova contro il suo passato. Ma forse i veri deja vù li avrà nella partita di ritorno, all'Olimpico quello stadio che era diventato anche suo e ora 'non più' (questa la definizione di 'ex'). “C'è qui il suo amico”. Sì, ma il telefono per 90 minuti resta negli spogliatoi.