Beppe Marotta, ospite a Calciomercato - L'Originale, ha parlato delle sue esperienze da direttore sportivo con particolari focus sui suoi acquisti centrati e anche mancati. Inoltre risponderà alle domande degli spettatori all'hashtag #askymarotta.
Per cominciare un ricordo del suo grande colpo di mercato ai tempi della Sampdoria, Antonio Cassano. "Gran parte del merito fu del suo agente Bozzo e ci furono le premesse per organizzare questo trasferimento e noi come Sampdoria abbiamo colto questa opportunità straordinaria dal punto di vista economico e del rendimento. Ho letto recentemente una sua intervista in cui ha detto che è stato vicino alla Juventus quattro volte, quindi questa sarebbe la quinta (ride, ndr)".
Poi, le dichiarazioni sulla propria situazione contrattuale e varie vicende di casa Juventus.
"Mio rinnovo? Non credo che questo sia un problema. Sono legato da un rapporto a tempo determinato ma credo che il contratto sia un aspetto complementare, quello che conta è quello che crei con la società, in questo caso con il presidente il rapporto è ottimo e splendido e credo che si potrà continuare finché lo riterrà opportuno lui".
"Gianni Di Marzio non lo scopro certo io e nel 1998 il Venezia ritornò in Serie A. Gianni aveva le sue scaramanzie, aveva delle grandissime qualità, è stato il precursore del ruolo del direttore tecnico, aveva tanti valori, tante qualità. Quell'anno grazie a lui e Novellino siamo riusciti nell'impresa storica e mi rimarrà in presso è affrontare il Canal Grande in mezzo all'entusiasmo a Venezia, penso che è stato qualcosa di straordinario".
"Per Dybala decisivo Zamparini? Diciamo che io e Paratici siamo stati tempestivi nel chiudere la trattativa nel centro direzionale di Zamparini, e quando forse Milan e Inter tergiversavano, abbiamo chiuso l'operazione centrando l'obiettivo, perché alla fine non è il milione più o il milione in meno ma l'importante è centrare l'obiettivo quindi la qualità del giocatore, perché quando poi il calciatore risulta essere tra virgolette "scarso", non risponde alle aspettative, non è avendo speso due milioni in meno che hai risolto il problema. Certamente fummo fortunati perché trattare con Zamparini ci ha facilitato".
"Prezzi alti? Fenomeno che va di pari passo con l'incremento dei ricavi. Gli introiti stanno aumentando e questo ha effetto sul calciomercato".
"Vicini a Suarez? Credo che quando si svolge questa attività bisogna essere ambizioni, anche se alcuni obiettivi non si raggiungono. Noi abbiamo tentato di fare questi colpi negli anni passati ma non sono andati a buon fine per diversi motivi".
Suarez è stato sin dall'inizio un sogno della coppia Marotta-Paratici: provarono a prenderlo il primo anno ma erano appena approdati alla Juventus e i margini erano davvero difficili. Poi il tentativo vero e proprio venne fatto nel secondo anno dell'era Conte ma senza successo.
"Ronaldo? I sogni non costano niente. Comprarlo invece costa. Il termine più giusto è "suggestivo". Al momento è impossibile che la Juventus possa chiudere un'operazione. Il rischio di impresa è notevole, tutti vorrebbero Cristiano Ronaldo in squadra ma bisogna confrontarsi con la realtà e per il calcio italiano è impossibile."
"Emre Can? Oggi sappiamo che Emre Can è un giocatore in svincolo quindi il regolamento ci consente di avere rapporti con lu. Questo è un percorso che abbiamo intrapreso ma la concorrenza è tanta e non sappiamo se lui voglia rinnovare col Liverpool. Di sicuro è un ottimo giocatore, è un'ottima opportunità e faremo di tutto per sfruttarla. Bisogna anche rispettare la volontà del giocatore che attualmente è del Liverpool, noi usiamo i nostri strumenti rispettando il Liverpool, il calciatore e le norme. Intensificheremo i contatti con loro".
"Marchisio? Giocatore importante, ha avuto un infortunio serio, dobbiamo allestire una rosa composta non da 12 giocatore quindi è normale che vogliamo creare una forte continuità che è sempre stato il nostro forte. Credo che sia Marchisio che Emre Can stiano bene in un centrocampo della Juve".
"Scambio Guarin-Vucinic? Tutto vero, Vucinic aveva già raggiunto Milano, la cosa era ormai formalmente definita, poi l'Inter ci ripensò, il direttore generale era Marco Fassone e ci ripensò e non se ne fece nulla. Guarin venne addirittura negli uffici".
"Perché ho scelto Allegri?" Era un momento difficile per noi perché la risoluzione consensuale con l'allenatore avvenne quando eravamo già al secondo giorno di ritiro. Era un momento difficile ma noi fummo tempestivi nell'andare a risolvere il problema. E decidemmo di prendere Allegri perché impersonificava le giuste caratteristiche, era il profilo adatto per ricoprire quel ruolo nella Juventus. Il profilo nasceva dal fatto che noi siamo una squadra che si confronta quotidianamente sulle scelte, non era difficile scegliere Allegri perché non c'erano molti allenatori disponibili, e non è riduttivo ma diciamo che è stata una fortuna per noi che Allegri era libero ma la scelta è stata unanime".
Poi dei riferimenti alla leadership di Allegri e alla capacità di relazionarsi anche con i calciatori più importanti. "Questo è un merito del presidente Agnelli che riconosce l'autonomia gestionale dei propri collaboratori e soprattutto il concetto della delega, e l'allenatore nel suo spazio ha questa possibilità, scegliere chiaramente chi va in campo, ma soprattuto gestire quest'area nel modo più assoluto possibile. E quindi ha dimostrato di essere all'altezza non solo della Juventus ma dell'intero scenario calcistico".
"Mandzukic incute timore? Mario è un ragazzo particolare come ce ne sono tanti. Ma la sua particolarità è una quesitone di positività. Qui Allegri è capace di creare una relazione positiva con lui. Allegri sa utilizzarlo nel migliore dei modi e Mario qui ha raggiunto l'apice della sua carriera".
"Dybala? Siamo arrivati prima di altri a chiudere questa operazione e non abbiamo valutato tanto se spendere 2 o 3 milioni in più, l'importante era portarlo a casa. Ci siamo riusciti e da quel momento è partita l'operazione di questa che è una risorsa importante per noi, abbiamo puntato tanto su di lui, lui ha dato risposte importanti e straordinarie. Lui è giovane, bisogna avere la pazienza di aspettarlo, ci ha abituato a far diventare l'ordinario straordinario e quindi quando torna ad avere delle prestazioni di ordinarietà chiaramente risulta insufficiente. Bisogna avere la capacità di attenderlo, non ha ancora 25 anni, credo che per il futuro ci potrà regalare tante emozioni. Senza dubbio rimarrà alla Juventus, e ci tengo a sottolinearlo. Noi vendiamo solo quando è il calciatore a chiedere di essere ceduto".
Non potevano mancare osservazioni sulla situazione FIGC e sul possibile ruolo futuro di Buffon una volta terminata la carriera da calciatore.
"Buffon 'uomo di calcio di Sibilia'? Di Federcalcio dovrei stare qui a parlare per ore. Si è detto tanto in queste settimane, una cosa che in pochi hanno sottolineato: negli ultimi trent'anni si sono dimessi due presidenti federali, Abete e Tavecchio. Perché si sono dimessi? Perché non è stato centrato l'obiettivo calcistico. E quindi bisogna assolutamente riportare al centro della quesitone il pallone, bisogna capire che la Nazionale rappresenta un patrimonio dell'intera Italia, incrementare questa valenza, al di là di quella che è una sana organizzazione, una sana politica in questo mondo. Come risolvere questo problema? Scegliendo i profili migliori. Voi avete indicato Buffon e Buffon può rappresentare questa nouva realtà che è determinante al fine di creare un dipartimento che secondo me verrebbe denominato 'Club Italia', che deve avere una sua autonomia rispetto alla figura istituzionale della Federazione, che sia composta da una struttura di grandi competenze calcistiche come se fosse un club, e quindi all'interno abbia una rappresentazione forte di coloro che hanno scritto la storia. Gianluigi Buffon è un'icona del calcio e quindi credo che quando smetterà possa rappresentare questo sport".
"Su chi punteremo in Federcalcio? Siamo davanti a uno scenario dove il dibattito è una caratteristica importante, abbiamo tempo da qui al 29 e quindi ci confronteremo al nostro interno cercando di evitare polemiche sterili e di trovare un comune denominatore che ci possa portare a una scelta importante".
Poi un punto sul caso Orsolini, poco impiegato dall'Atalanta e cercato dal Bologna in questi giorni. "Al momento è all'Atalanta in prestito biennale quindi ora dipende da loro e non da noi. Noi siamo contenti del rapporto con l'Atalanta ma se decideranno di farne a meno sarà una scelta loro e ratificheremo questo passaggio al Bologna, altrimenti rimarrà giustamente all'Atalanta".
E infine una battuta sulla trattativa tra il Cagliari e La Juventus per il nordcoreano Han: "Chiuderemo la trattativa a Palazzo Parigi? Sì, cercheremo di accontentarvi (ride, ndr).