Difendere il quarto posto e ripartire. Gennaro Gattuso in conferenza stampa presenta la delicatissima partita del Milan contro la Juventus, partita difficile sotto tanti punti di vista. Ma Rino ha fiducia e vuole andare dritto sulla sua strada: “Essere quarti è un fatto importante, ma dobbiamo pensare al presente" dice l'allenatore rossonero. "Dopo il derby stiamo facendo fatica e non riusciamo a vincere, dobbiamo capire il perché. Sento tante chiacchiere, sento parlare di Leonardo e Maldini, ma non c’è assolutamente nulla: qui dobbiamo pensare a portare la squadra in Champions. Con Leonardo non c’è proprio nulla: a livello professionale sto benissimo, ora ho un solo problema, ovvero quello di tornare a vincere. Abbiamo l’obiettivo di portare la squadra in Champions e ad altissimi livelli, il resto sono chiacchiere da bar. La partita con la Juventus arriva a pennello, domani dobbiamo fare una grande prestazione: questa gara ci può dare qualcosa di più. Penso che posso provare cose che ci diano garanzie, si tocca con mano che c’è nervosismo: la squadra è nervosa e si irrita facilmente. Si va alla ricerca di tutto questo, serve una prestazione che ci porti alla vittoria: ottenuta quella, possiamo ripartire. La Juve insegna questo, dopo l’Atletico la davano per morta, e invece…”.
Sulla partita contro i bianconeri: “Si può vincere domani, che sia un’impresa o no. Ho sentito dire che Leonardo mi ha impedito di giocare in un certo modo, contro l’Udinese dovevamo vincere a tutti i costi. Mi avete sempre rinfacciato il fatto che Paquetá dovesse giocare con due punte davanti: potevamo e dovevamo osare di più, poi è arrivata la sfortuna. Sono tutte scelte mie quelle di formazione, la mattina dico a Leo e a Paolo chi gioca: ci serve tutto domani, tatticamente e non. Juve con la testa alla Champions? No, ed è la loro forza. La Juve è impressionante da questo punto di vista, ha giocatori che indossano quella maglia da anni e sono il loro punto di forza”.
Si parla anche degli infortunati: “Kessie si è allenato, Romagnoli ha avuto febbre ma si è allenato con il gruppo, Conti sarà con noi settimana prossima, così come Donnarumma. Per Paquetá è un po’ più lunga”.
Ancora l'allenatore: “Nei momenti di difficoltà siamo sempre venuti fuori, ora dobbiamo fare in fretta a cancellare: il derby è stata la partita più importante che ci giocavamo da anni, ora basta ed è finita, dobbiamo guardare avanti e riuscire a tirare fuori tutto ciò che abbiamo. La differenza è fatta dal gol preso contro l’Udinese e il miracolo che fa Çalhanoglu sul loro contropiede nel finale: non dobbiamo pensare che l’obiettivo stia sfuggendo, ma dobbiamo avere veleno, voglia di correre, sacrificarsi. Prima non pensavamo all’errore, le due fotografie del momento sono queste. Ci serve un episodio che ci faccia tornare l’entusiasmo, riuscissimo a trovare un momento positivo potrebbe essere una svolta: non siamo gli unici che stiamo facendo fatica, Atalanta a parte. C’è grandissimo equilibrio, puoi vincere e perdere con tutti”.
Milan, Gattuso sul suo futuro e sul momento della squadra
“Mi avete detto che ero un catenacciaro. Vado alla ricerca di qualcosa di nuovo, ogni tanto sto sbagliando anche io un qualcosina. So che quando cambio qualcosa possono venire fuori pregi e difetti, per questo si va alla ricerca di un qualcosa di nuovo. Questo non ci sta riuscendo. Sto vivendo non benissimo questo momento, c’è rammarico e grandissima delusione: la bocca buona me l’ero fatta anche io, ma ho voglia e rabbia di ripartire. Non sono nervoso, ma arrabbiato e deluso: abbiamo il dovere di crederci e fare qualcosa di positivo, fare meno danni possibili. Ho voglia di raggiungere l’obiettivo, di arrivare in Champions”.
“Futuro? Ho due anni di contratto ancora. Il mio futuro è testa a quello che dobbiamo fare oggi. L'altro giorno non sono stato bravo a tenermi quella risposta, è venuto un polverone. Il mio futuro è qui, per raggiungere gli obiettivi di questa società". “Allegri? A Perugia Max è stato il mio capitano, già da giocatore si faceva voler bene. È un uomo molto positivo, non si piange mai addosso: è l’opposto di come vivo io questo lavoro, qualcosa mi è rimasto. Non l’ho mai visto arrabbiato. Kean? Deve volare basso, sono d’accordo con Allegri: è grande talento e ha bisogno di tranquillità. Le parole di Bonucci? Non ha massacrato il ragazzo, chi è più grande di te vuole darti un consiglio, voleva far stare più tranquillo Kean”.