Uomo simbolo della rinascita bianconera. Mario Mandzukic, dopo un primo periodo poco positivo con la maglia della Juventus, è divenuto assoluto protagonista nella squadra di Allegri: gol, assist e tanto lavoro sporco lo hanno fatto entrare pian piano nel cuore dei tifosi bianconeri. In un'intervista rilasciata alla testata croata Sportske Novosti, l'attaccante bianconero ha fatto un primo bilancio della sua esperienza italiana:
"Siamo partiti molto bene, vincendo la Supercoppa: ho anche fatto gol contro la Lazio e tutto sembrava andare per il meglio. In campionato però sono arrivate subito due sconfitte ed un pareggio, troppo poco se ti chiami Juve. E' stato un brutto periodo sia per me che per la squadra, non stavo giocando bene ed un'infezione al gomito, rimediata sbattendo contro i cartelloni pubblicitari nella sfida contro l'Udinese, mi ha debilitato molto. La ferita continuava a non rimarginarsi del tutto, a volte stavo sveglio tutta la notte per il dolore. E' stato un periodo difficile, ho preferito tenere tutto questo per me per non cercare alibi. Poi è arrivato l'infortunio muscolare contro il Genoa, un periodo davvero pessimo".
Tante difficoltà superate anche grazie al proprio allenatore: "Allegri mi ha aiutato molto in questo momento difficile, mi ha voluto fortemente a Torino ed ha fatto di tutto affinché potessi inserirmi al meglio in questo club. Perchè ho scelto la Juve? Amo sfide nuove e difficili, volevo realmente restare a lungo a Madrid ma piano piano ho maturato l'idea che probabilmente sarebbe stato meglio per me e per l'Atletico prendere in considerazione l'offerta di un grande club come la Juventus. Ero stato in contatto con la Juve prima di Euro 2012 - rivela Mandzukic - poi non si fece più nulla e andai al Bayern. Quando sono arrivato a Torino, ho percepito subito la grandezza di questo club, abbiamo tifosi ed ammiratori ovunque. Mi sono subito trovato bene nello spogliatoio, con Barzagli eravamo compagni al Wolfsburg. Buffon era il mio idolo da bambino, mentre con Chiellini ho avuto bei duelli, anche duri: ma a fine partita ci siamo sempre stretti la mano".