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Data: 13/11/2016 -

Juventus, il papà di Pjanic non ha dubbi: "Mio figlio è il più forte battitore di punizioni"

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Miralem Pjanic finalmente decisivo. Per l'ex Roma esiste ancora qualche problema di natura tattica, ma Miralem ha sempre l'asso nella manica, anzi, negli scarpini. Micidiale "battitore" di punizioni, grazie alla sua abilità nei piazzati Pjanic ha regalato i tre punti a Verona, nella gara con il Chievo.

"Sì, si è sbloccato, ma avevate dubbi?" - dichiara Fahrudin Pjanic, il papà di Miralem, sulle pagine de La Gazzetta dello Sport - "Non vedo quale sia il problema perché lui è sempre stato contento del lavoro fatto a Torino: segue le direttive del club, ascolta il tecnico, si sacrifica per la squadra. Quando ci si comporta così, i risultati arrivano: i tifosi non devono preoccuparsi, a maggior ragione dopo la punizione al Chievo. Si sta impegnando parecchio, so che suda in allenamento. Ha cambiato preparazione rispetto al passato e, fisicamente, ha avuto qualche problema all’inizio. Ora è tutto a posto: ovviamente deve continuare su questa strada, con questa serietà, perché è in un mondo completamento nuovo".

Pjanic senior fa un passo indietro con i ricordi:"È come se l’avessi protetto attraverso un pallone. Ho avuto la fortuna di poterlo portare via dalle atrocità della guerra e Miralem, crescendo, non mi ha fatto mai pesare quella fuga: si è sempre sentito bosniaco, ma è diventato un campione qui, in Lussemburgo, la seconda patria che ci ha accolto tanti anni fa ormai. In un certo senso mi sono sentito ripagato per il mio sacrificio: è stato bello vederlo crescere, accompagnarlo in campo, prendermi cura di lui per tanti anni. Ho interrotto la mia carriera a 32 anni quando ho capito che il figlio poteva completare il sogno del padre: per questo non mi pento di nulla".

Da Roma a Torino, cosa è cambiato? "Le città sono molto diverse, ma bellissime: ognuna ha pregi e difetti. In ogni caso, Miralem è consapevole che questo sia stato un passo avanti nella sua carriera: è in un club incredibile, perfetto per quelli che vogliono trionfare, proprio come lui. Anzi, direi che la Juve è simile a mio figlio, è ambiziosa e vincente. Il desiderio di successo è la cosa che gli piace di più: per questo è nel club ideale e si adatterà in fretta. Attenzione: anche Roma è una città per vincenti, però non so come funzioni là… All’inizio del campionato va tutto bene, poi succede sempre qualcosa".

Qual è il ruolo in cui Miralem può dare il meglio di sé? "È una domanda per Allegri, è lui che decide. Io dico che può giocare ovunque perché ha qualità e si applica. Può stare più avanzato visto perché ha l’abilità del passaggio decisivo, ma ha dimostrato di sapersi adattare anche in una zona più difensiva del campo: pure davanti alla difesa, sa organizzare il gioco. Il più forte battitore di punizioni? Assolutamente, il migliore. Un grande insegnamento allenarsi a Lione vicino a Juninho Pernambucano, ma la sua forza è stata nel creare uno stile tutto suo. Ormai possiamo dire che nel calcio esistono le punizioni alla Pjanic".

Tutto nacque un giorno in garage... :"Sì, ricordo bene il rumore. Da quel momento ho avuto la fortuna di seguirlo da vicino nella crescita: a 7 anni si è messo ancora di più in mostra, a 10 ho avuto la conferma che aveva un che di speciale, a 11 era nelle selezioni lussemburghesi, a 16 i dirigenti del Metz immaginavano questo grande futuro. Al momento di scegliere la nazionale, poi, è andato naturalmente sulla Bosnia: da Ibisevic a Dzeko, c’era una generazione super in quel momento. E, infatti, ci hanno portato al Mondiale 2014".



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