Un anno è passato, e ha portato uno scudetto e una Coppa Italia: la scelta di lasciare Napoli ha premiato Gonzalo Higuain. Bene, ma non benissimo... La finale di Cardiff poteva regalare il triplete. Questione di testa: "L’approccio è stato positivo" - si legge nelle pagine del Corriere dello Sport - "In avvio eravamo superiori, invece nel secondo tempo ci siamo rilassati e ci hanno massacrati nel vero senso della parola. Ma il passato è passato: pensiamo a questa stagione che sarà dura e lunga, abbiamo grande motivazione e possiamo fare benissimo. Sono d’accordo con Allegri: si è screditata un’annata straordinaria. Prima della finale eravamo la migliore squadra d’Europa, poi siamo diventati una squadra normale. Non si può cambiare opinione così. Noi non crediamo né una né altra: crediamo di essere una squadra forte che può arrivare in fondo a tutte le manifestazioni".
Il centravanti bianconero fa il bilancio dell'ultimo anno: "Oggi sono un giocatore più maturo, alla Juve ho trovato la voglia che cercavo. L’estate passata è stata dura e stressante. Non è stato semplice lasciare Napoli, cambiare squadra non è come comprare un panino. Ho sofferto per la città che mi ha dato tanto, per la gente, perché lasciavo un grande gruppo e un grande staff. Oggi è un’altra cosa, sto meglio a livello mentale e fisico: ho trovato tifosi incredibili, ho vinto, ho raggiunto serenità ed equilibrio. Bonucci? Penso che ognuno debba fare ciò che lo rende felice, che ritiene possa farlo crescere. E’ stata una scelta sua e va rispettata, ognuno proprietario della sua vita".
Per Higuain la Juventus rimane comunque fortissima: "Sicuramente abbiamo perso un calciatore importante, che ha aiutato la Juventus a vincere, però rimaniamo una squadra fortissima. Dipende da noi non far sentire l’assenza di Leonardo, abbiamo i calciatori per farlo. Dani Alves? Hanno costruito un film sulle mie parole, in realtà non sapevo andasse via. Mi è dispiaciuto anche perché c’era una grande amicizia, ma sono cose di calcio. Dybala al Barcellona? E’ in un’età delicata che io ho vissuto. A 18 anni ero già al Real Madrid, sono andato via a 25 ma dopo sei-sette anni in un club così importante. A tutti piace giocare con grandi calciatori. Non gli do consigli né posso mettergli una pistola alla testa per convincerlo, deve fare quello che lo rende felice, ma qui è felice, gli vogliamo tutti bene e tutti vogliamo che resti".
Rivincita Champions? El pipita è scettico: "L’anno scorso eravamo convinti di vincerla, siamo arrivati in finale: quest’anno sarà più dura ma riproveremo. Non credo però che lui debba rimanere per vincere la Champions: deve rimanere per il settimo scudetto e la quarta Coppa Italia di fila, poi se arriva la Coppa tanto meglio. Qui ha continuità, conosce l’ambiente, società e tifosi gli vogliono bene, la Juve lo ha aiutato a crescere". Intanto il Milan non è rimasto a guardare: "Il mio pensiero è che i primi rivali siamo noi. Dobbiamo confermare ciò che la Juve fa da sei anni. Ogni volta si parla di altre squadre favorite ma alle fine vince la Juventus. Guai rilassarci, però: quest’anno sarà ancora più difficile".
Mercato, bianconeri hanno piazzato i colpi Douglas Costa e Bernardeschi: "Ci siamo allenati insieme un solo giorno, ovviamente lo conoscevo. Mi ha fatto una buona impressione, è tranquillo e felice come tutti i brasiliani. Speriamo di aiutarlo a inserirsi nella rosa. Alla Juventus può dare tutto ciò che ci aspettiamo, è veloce nel dribbling e mi piace perché crossa subito, senza perdere tempo. Bernardeschi? Non avrà problemi perché conosce già il calcio italiano, come De Sciglio e Szczesny. E’ importante, perché la Serie A è il campionato più complicato. Douglas e Bentancur, che è giovane, li aiuteremo a inserirsi prima possibile. Penso che avremo un gioco più veloce e verticale".
Fischi del San Paolo? Gonzalo è più preoccupato da altro: "A me dà fastidio quando un mio familiare o un mio amico ha un problema di salute. Molta gente non sa di calcio, eppure tutti danno giudizi, dai 5 ai 70 anni. Io non so di cucina e non ne parlo: ascolto chi sa di cucina... Allegri? Mai temuto di non ritrovarlo, avevo la sensazione che continuasse. Scudetti? Io ne ho vinto uno soltanto: ho una fame da morire".