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Data: 17/12/2016 -

A tutto Buffon: "Se la Juventus non fosse stata un top club forse non ci sarei rimasto 20 anni. Verratti? Diventerà il capitano dell'Italia"

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Quasi trentanove anni e non sentirli, rimanendo sempre fiero e audace tra quei due pali che disegnano il suo mondo. Gigi Buffon non è solo un portiere, è l’icona di quel ruolo. Trasformato nel tempo dalle gesta di un ragazzo che di strada ne ha fatta eccome. Una carriera prestigiosa e scintillante che il capitano della Juventus ha raccontato nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano francese l’Equipe.

“Quando scruto il mio passato e ripenso all’esordio in serie A mi rendo conto di quello che ho fatto. Chi l’avrebbe mai detto che sarei arrivato a questo punto della mia carriera. Fisicamente sto bene, addirittura meglio degli anni passati, ma la differenza la fa la testa. Sono gli stimoli a farmi andare avanti, se dovessi pensare ai sacrifici da fare mi ucciderei mentalmente. Preparare le partite importanti è facile, il difficile arriva in sfide sulle carta più abbordabili, dove comunque la concentrazione deve essere massimale”.

Una carriera in bianco e nero, mettendo da parte i colori forti e adagiandosi sul soffice letto dei trionfi juventini: “Ormai è complicato rimanere tanto tempo nella stessa squadra. Farlo richiede uno sforzo immane dal momento che vedi sempre le stesse persone e gli stessi luoghi. La routine è l’avversario da battere, l’entusiasmo è il tesoro da trovare per sentirsi pieni di sé e allenarsi con voglia e determinazione. Cambiare club ogni tre anni è facile, io però non l’ho fatto perché costruito la mia carriera su certi valori, tra cui la riconoscenza e il senso di appartenenza verso un club, una squadra e una tifoseria che si sono comportati sempre correttamente con me. E’ probabile, però, che se la Juventus non fosse stato un club al top non ci sarei rimasto per 20 anni”.

Un ruolo, tante responsabilità, con l’errore sempre celato dietro l’angolo. Così come le critiche: “Ho abituato tutti a commettere solo pochi errori a stagione, per questo appena sbaglio tutti mi danno addosso. Fortunatamente io sono molto autocritico, se dovessi capire che i miei errori dipendono dall’età sarei il primo ad appendere i guanti al chiodo. L’esempio di Lione lo dimostra, non sarà una critica a dirmi quando smettere. Non nascondo che la fine della mia carriera si avvicina ma voglio giocare il sesto mondiale e sarebbe un onore per me. Voglio arrivare a Russia 2018”.

Per concludere, Buffon si sofferma su Balotelli e Verratti: “Ho incontrato pochi ragazzi buoni come Mario. Quando sento parlar male di lui mi arrabbio perché è veramente una persona d’oro. E’ generoso, giovane e si fa amare da tutti. Ha solo 26 anni, può giocare ancora dieci anni. Verratti? E’ un talento incredibile. Ha iniziato la sua stagione un po’ così per via dell’infortunio che gli ha fatto saltare l’Europeo ma sta tornando ai suoi livelli. In futuro credo che diventerà il leader e il capitano dell’Italia, ne sono sicuro. Spero di arrivare insieme a lui al Mondiale del 2018”.



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