Massimiliano Allegri torna a parlare. Lo fa durante la sosta delle Nazionali. Un momento di riflessione e lavoro, in cui ci si prepara per la seconda e decisiva parte del girone d'andata. Ecco le parole dell'allenatore della Juventus a TuttoSport: "Dybala il più forte che ho allenato? Fare paragoni è sempre difficile perché poi tutti i giocatori sono diversi tra loro. Però io ho avuto la fortuna di allenare anche Pirlo, che seppur in un altro ruolo era talentuosissimo. Ronaldinho era una cosa fuori dal normale: una volta giocammo contro il Barcellona e il Camp Nou lo applaudì per dieci minuti. Poi ho avuto Robinho, Cassano. Ibrahimovic era talentuoso a modo suo, era diverso dagli altri... Paulo deve ancora crescere molto, ha 23 anni. Rispetto a quando è arrivato è migliorato a vedere il gioco e a giocare meno da punta e più nel ruolo che gli si addice maggiormente. Per me Dybala farebbe fatica a fare il centravanti in una grande squadra per un fatto abbastanza semplice: avrebbe meno spazio davanti, dovrebbe sopportare più contatti fisici e sarebbe meno in movimento. Quando al Palermo faceva il centravanti aveva 40 metri davanti. Alla Juventus per trovare quei metri doveva abbassarsi per giocare tra le linee e lo sta facendo. Paulo non è un rapido, è un aerobico. Dove è cambiato? Nella fisicità. Ma deve imparare a gestire le partite, certe volte deve avere un minor dispendio di energie in certi tipi di gare. Nel derby ha iniziato a dribblare, a costruire, a prender botte... Tutte energie che ti vengono a mancare nelle partite dopo. E deve migliorare a usare il destro".
Si parla poi di un altro talento cristallino della Juventus, che fin qui ha avuto poco spazio: Federico Bernardeschi. "A Bergamo ha giocato bene, però deve crescere: sul Papu Gomez in un caso non deve far fallo e in un altro avrebbe dovuto accorciare prima e con più rabbia per non farlo crossare. Sono quelli i dettagli che fanno vincere e perdere le partite. Alla Juventus ogni palla è importante, in una squadra di media classifica se fai bene due cose ti guardano quelle e non le otto che fai male perché arrivare decimi o ottavi non cambia nulla. Alla Juventus invece conta. E' un problema che hanno tutti i giocatori: chi non riesce a fare quel salto lì poi non è da grande squadra. Come Dybala in futuro? Non lo so, difficile dirlo. Bernardeschi è un talentuoso e ha grande qualità. Però deve migliorare tantissimo per giocare in una big in pianta stabile e avere uno spessore diverso dagli altri. In una grande, siccome devi vincere, l'aspetto caratteriale diventa fondamentale. Vincere o perdere non è la stessa cosa come in un club medio e quindi devi metter dentro in certe situazioni di partita non solo la bellezza del colpo, che è fine a se stessa, perché i tiri devono essere concreti. E così la fase difensiva. In un top club tutti i giorni ti devi mettere in discussione per vincere, non ti devi mai accontentare... A volte sento dire quello è bravo: ma per vincere non basta".
"Napoli? E' cresciuto, sono tre anni che gioca con la stessa squadra. La Juventus ha cambiato molto: noi abbiamo continuato a vincere e loro a crescere sul piano del gioco e quest'anno in questo momento che hanno 2 punti in più di noi e dell'Inter è normale che si sentano i favoriti insieme a noi per lo scudetto. Ma è presto. Perché alla fine le stagioni si decidono a marzo, come sempre. Bisogna avere un po' di pazienza. Higuain? Gonzalo deve essere determinante, che poi segni 30 gol o 25, l'importante è che siano gol che determinino. Adesso sta meglio fisicamente, ha lavorato nella sosta, ma non è ancora al cento per cento. Higuain è un giocatore straordinario. Mi arrabbio molto con lui perché pretendo di più, perché può fare molto di più. Finora ha fatto il 50 per cento di quello che potrebbe fare".