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Data: 06/02/2018 -

Juventus, a tutto Szczesny: "Voglio dieci scudetti consecutivi. Futuro? Essere titolare e poi farò l'interior designer"

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La Juventus ospita l'innovazione. Nella pancia dell'Allianz Stadium, infatti, Randstad, sponsor della società bianconera, ha tenuto un interessantissimo workshop dal titolo “Innovazione, tecnologia e tocco umano”. Ospiti di spicco Matteo Levratto, in rappresentanza di Samsung, David Avino, CEO di Argotec e ovviamente Fabio Costantini, di Randstad. A condurre le danze il caporedattore di RTL 102.5 Fulvio Giuliani, che ha condotto anche l'intervista all'ospite speciale della serata, Wojchiech Szczesny. Il portiere polacco ha parlato dell'innovazione tecnologica e dei suoi effetti sul calcio e sulla vita, ma inevitabilmente i discorsi sono scivolati sulla Juve e sul pallone. Tra presente, passato e un pizzico di futuro.

Oltre che ottimo portiere, Szczesny si dimostra anche ottimo oratore, sfoggiando un italiano niente male, sebbene dica di parlare “solo tre lingue, italiano, polacco e inglese”. Avessimo tutti questi problemi linguistici... Ironia a parte, il fulcro della serata è la tecnologia: “Ha cambiato il calcio, per esempio noi ci alleniamo con dei GPS addosso che monitorano tutto. Quindi poi il preparatore sa quanto corri e di cosa hai bisogno, se di lavorare di più o di riposare. E poi c'è l'aspetto delle analisi video. Io ora posso studiare i miei avversari. Sono passi avanti enormi rispetto a dieci anni fa”. Innovazione tecnologica nel calcio, però, ora è sinonimo di Var: “È un'innovazione positiva, molto importante per il futuro del calcio. Va migliorata, ma è una grande novità che aiuta arbitri e giocatori”. Var promosso, quindi.

Un passo indietro anche sulla sua carriera: “I momenti più importanti? L'arrivo a Londra sicuramente. In Polonia ero il più forte, un fenomeno. Poi sono arrivato all'Arsenal e c'erano 90 ragazzi più forti di me. Ho capito di dover lavorare tanto e impegnarmi per poter emergere ed è un'esperienza che mi ha fatto crescere tanto, anche come uomo. Ero solo, senza mamma, e sono stato costretto a crescere in fretta. Sono contento delle mie scelte e di come ho gestito la mia vita in questi anni, perché mi ha portato qui”. Come sono state importanti le scelte da ragazzo: “Non ho festeggiato troppo da giovane, eppure a 17 anni da solo a Londra...”. Sorride, da vero showman.

Il calcio scansa la tecnologia e arriva la domanda più attesa: com'è allenarsi con Buffon? Com'è stato l'impatto con il capitano della Juve? Dalle parole del polacco traspare solo ammirazione: “Gigi è semplicemente incredibile. Sono arrivato qui sapendo che avrebbe fatto solo un altro anno o massimo altri due e mi sono detto: è un'esperienza che capita una volta nella vita. Mi aspettavo un grande portiere, certo, ma l'uomo è incredibile. Un grande leader, un grande amico. Tutti gli vogliono bene. Allenarsi con lui è una fantastica esperienza di vita e spero possa continuare ancora”. Poi il pizzico di ironia: “Solo un altro anno però”. E l'applauso della sala, per Wojciech e per Gigi. “Tutti contenti che Buffon continua”, la sua sentenza pronunciata ancora con il sorriso sulle labbra.

A proposito di passato, Szcesny racconta le sue origini: “Chi mi ha ispirato? Mio papà. È stato un grande esempio. Non aveva grande talento, era tutto lavoro, quindi era un ottimo modello da giovane. Poi dalla mia famiglia ho imparato ad avere rispetto per il lavoro che faccio. È il lavoro più bello del mondo e poi ci pagano tanto quindi non è male (ancora risate). Io e mio fratello stavamo sempre con mia mamma che non aveva tanti soldi, quindi abbiamo imparato a rispettarli. E ora che ne abbiamo tanti sappiamo gestirli”. Non un passaggio banale.

Del passato si è detto, ma del futuro? Si parte da quello con la Juve: "Ogni giorno ci capita di pensare che abbiamo una responsabilità diversa. Noi dobbiamo per forza vincere, dobbiamo vincere tutto. E per farlo dobbiamo fare più degli altri. Per noi vincere è la normalità, quindi c'è questa responsabilità da parte di tutti per fare fatica, correre e fare più degli altri. Questo credo abbia portato la Juve in tutti questi anni a vincere trofei importanti. Sei scudetti di fila è una cosa pazzesca, mai vista. Credo che l'abbia fatto soltanto il Lione. È un traguardo molto importante per noi, ma dobbiamo vincere il prossimo e poi ancora uno. Almeno a dieci di fila dobbiamo arrivare". La fame non manca.

E il futuro di Szczesny dopo aver svestito i guanti per l'ultima volta? “Vorrei lavorare da casa una volta finito. Noi siamo sempre in giro, quindi penso di doverlo a mia moglie e a mia figlia: lavorare da casa per stare con loro. Architetto e interior designer penso sarebbe il mio sogno, perché mi piace molto arredare. Ho sempre disegnato e scelto l'arredamento delle mie case”. Idee piuttosto chiare, come sono chiare sulla gestione dei social: “Io metto solo foto di calcio, dell'allenamento, perché voglio essere riconosciuto come calciatore per quello che faccio sul campo la domenica".

Eccolo qui, il vero Szczesny. Erede designato di Buffon, showman e uomo dalle idee chiarissime. Uno che ha capito davvero bene che piega prenderà il futuro e ha già scelto il suo.

Edoardo Siddi

Tags: Juventus



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