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Data: 16/02/2021 -

Juve Stabia, Langella: “Serie B in tre anni! Verrò a vedere una partita dai balconi...”

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‘Castellammare vuole vincere…’. Coro e slogan di una città che vive di calcio. Sempre. “È davvero incredibile l’attaccamento dei tifosi. Qui la Juve Stabia la respiri, la vivi sette giorni su sette. Senza sosta. Pensate, non ero ancora presidente e già mi abbracciavano come fossi uno di loro…”. È l’incipit della nostra chiacchierata con Andrea Langella, da qualche mese presidente della Juve Stabia. “Sono nuovo, ma ho già le idee molto chiare sia sotto il profilo sportivo, voglio la B in tre anni, sia sotto quello organizzativo…”.

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In tal senso la candidatura di Langella per un posto nel Consiglio Federale… “È un’idea nata appena poche settimane fa, durante l’ultimo consiglio di Lega. Ho ascoltato attentamente e all’esito dell’accorata chiacchierata mi è scattato l'impulso, la voglia di candidarmi. Siamo ormai a tre quarti di campionato e ancora non abbiamo trovato un modo per sopperire alla totale assenza di ricavi. Qui o pensiamo seriamente a ridistribuire le risorse tra Serie A, B e C oppure non andiamo da nessuna parte, vedrete quanti club di C il prossimo anno non si iscriveranno. La mia proposta è molto semplice: riduciamo le squadre di Lega Pro creando una B2. 20 squadre di B, 20 squadre in B2 con le piazze più importanti della C quali Bari, Palermo, Catania, Juve Stabia, Avellino, Perugia, Padova e altre più una C d’élite a 40 squadre. Introduciamo un salary cup in maniera tale da diminuire il paracadute per chi scende dalla A in B e usiamo queste risorse per la B2. È un progetto concretizzabile in pochi mesi, una soluzione – forse l’unica – per dare nuova linfa al calcio professionistico italiano”.

Ma torniamo, purtroppo in questo periodo solo metaforicamente, a Castellammare. Trenta punti in ventitré partite, decimo posto in classifica (l’ultimo valido per i playoff), tracciamo un primo bilancio… “Siamo quasi in linea con gli obiettivi prefissati a inizio stagione. Puntiamo al quinto, sesto posto che ci consentirebbe di affrontare il playoff in maniera ottimale e se guardiamo la classifica non è poi così distante. A dicembre abbiamo apportato alcuni cambiamenti all’area tecnica con l’addio di Ghinassi e gli arrivi di Fabiani e Pavone e questo primo rinnovamento, chiamiamolo così, ci ha fatto perdere un po’ di terreno. Ma io sono un ottimista e c’è tutto il tempo per recuperare. Noi – spiega il presidente Langella ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – dobbiamo ragionare in termini progressivi: quest’anno il quinto o sesto posto, l’anno prossimo qualcosa in più e poi quello dopo giocarci la Serie B. Siamo ancora in fase di ristrutturazione, la società è nuova, vogliamo migliorarla, attualizzarla, in primis sotto il profilo organizzativo e della valorizzazione di un brand così importante e significativo quale quello della Juve Stabia, che obiettivamente rappresenta una città in termini di bellezza con pochi eguali in Italia”.

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Un patrimonio, anche culturale, a cominciare dai tifosi. La Juve Stabia quale fondamento sociale, quale nucleo aggregante di una città che da sempre è proiettata tout court nella dimensione calcio (vedere i vari Donnarumma, Quagliarella, Mirante, Esposito)… “Dico la verità, quando due anni e mezzo fa ho deciso di entrare nella Juve Stabia, un ruolo determinante, per non dire decisivo lo hanno giocato i tifosi. Ricordo trasferte a Viterbo, Rieti che io seguivo in veste di sponsor della Juve Stabia e ogni volta rimanevo colpito dalla cospicua presenza di tifosi gialloblù. Pioggia, gelo, neve qualunque altra avversità climatica, settore ospiti pieno stracolmo di tifosi gialloblù che cantavano e ballavano. Sembra una frase fatta ma qui più che da ogni altra parte, non esiste la squadra senza i tifosi. Loro sono parte integrante della società perché vivono per la Juve Stabia, la mettono al di sopra di tutto. E dico anche un’altra cosa: con il Menti ‘a porte aperte’ non saremmo mai retrocessi in Serie C e quest’anno avremmo più punti in classifica. Perché qui, anche per la conformazione dello stadio, i tifosi sono davvero il dodicesimo uomo in campo”.

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Non possiamo, in conclusione, non fare una promessa… “Intanto li abbraccio tutti, uno ad uno. E poi sì, promettiamo pure. Come ho già detto, quando ci ‘risbloccheranno’ la prima partita la vedrò in curva. E la seconda…dai balconi antistanti lo stadio. Menomale quel condominio che ci tiene un po’ allegri durante le partite, perché così, senza gente, senza urla, cori, insulti non è calcio…”.

Dai balconi di Castellammare con speranza di tornare ad abbracciarci: dentro ad uno stadio.

Credits foto: Antonio Gargiulo

Tags: Serie C



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