Oshadogan, dal golf alla Champions: "Ribelle mai, sempre me stesso"
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Data: 15/04/2019 -

Oshadogan, dal golf alla Champions: "Ribelle mai, sempre me stesso"

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Dal caos Ternana alla Reggina di Lillo Foti, fino al Monaco. La nostra intervista all'ex centrale, il primo calciatore di colore a rappresentare l'Italia U21 nel 1996
Dal caos Ternana alla Reggina di Lillo Foti, fino al Monaco. La nostra intervista all'ex centrale, il primo calciatore di colore a rappresentare l'Italia U21 nel 1996

 

 

DESTINAZIONE MONACO

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Due anni a Cosenza infine: “Dovevo andare a Valencia, ma mi infortunai al crociato e mi ritrovai lì. Sono stati due anni molto belli, poi la società fallì nel 2003 e rimasi senza squadra. Volevo una nuova chance, il Monaco cercava un difensore centrale…”.

Oui a la France: “Il provino andò bene e mi presero, c’era un grande gruppo, con giocatori assurdi”. Morientes, Prso, Adebayor, Flavio Roma, Giuly, il suo amico Shabani Nonda: “Ci infortunammo nello stesso periodo, Deschamps ci aspettò fino alla fine. Inoltre, durante il recupero, ci allenavamo con la squadra”.

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Il Monaco passa i gironi, fa fuori Lokomotiv e Real e si ritrova in semifinale di Champions contro il Chelsea di Ranieri: “Deschamps convocò sia me che Shabani, prima della sfida andammo a farci i capelli. Nonda era in panchina, mentre si stava scaldando gli dissi che avrebbe fatto gol. Era la gara d’andata a Louis II, lui entrò e segnò dopo soli 30 secondi. Al ritorno finì 2-2 e andammo in finale, quando ci penso ho ancora i brividi. L’anno scorso ci siamo rivisti per una reunion, è stato bello”.

Il Monaco perde in finale contro il Porto di Mourinho, Oshadogan resta un altro anno, gioca poco e decide di tornare in Italia alla Ternana. Sembra un nuovo inizio, sarà un incubo fatto di bodyguard e minacce. 

TERNANA, CAOS E MINACCE

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Succede di tutto: “Un periodo assurdo, credimi”. L’inizio non è male: “Eravamo una bella squadra, c’erano Kharja, Jimenez, Frick, Candreva, Berni. Arrivavo da una società che giocava in Champions e strinsi un accordo verbale con la Ternana. Se fosse arrivata un’offerta dalla Serie A mi avrebbero lasciato partire”. Oshadogan gioca, Livorno e Ascoli bussano alla porta, chiusa a doppia mandata: “Non mi fecero andar via e finii fuori rosa all'improvviso senza un motivo”.

L’inizio di un incubo: “C’erano dei bodyguard fuori dai cancelli della sede, avevano una lista di persone che non potevano entrare, io ero tra quelle. La società stabiliva le regole”

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Il telefono squilla, Joseph trema: “Chiamavano di continuo, volevano che io firmassi la rescissione, che me ne andassi, avevano deciso che non avrei giocato. Ma a me non stava bene, ero un professionista e il Collegio Arbitrale risolse tutto, nonostante le minacce”. Non prima di un’uscita diventata storica. In sala stampa, dopo la risoluzione del suo caso, un giornalista chiede di Oshagodan a Massimo Raggi, ex allenatore della Ternana nel 2006. Lui risponde così: “Penso si sia dato al golf”. 

E Joseph lo spiazza: “Mi piace giocarci, lo faccio tutt’ora, lui rispose in quel modo e io mi presentai agli allenamenti vestito da giocatore di golf. Doveva remare dalla parte della società, fu una scelta infelice”. Metterci la faccia, sempre: “Non ho mai accettato comportamenti sleali, ho sempre difeso il gruppo, non mi sono tenuto dentro nulla”. Un solo rimpianto: “Sarei più diplomatico, ma sempre me stesso”.

Il codice Oshadogan, il centrale che suonava il violino. Ribelle mai, meglio golfista. Per una volta sola. 

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