Si è ritirato più di un anno fa, quando aveva solo 31 anni e una parte finale di carriera tutta da giocare. Troppi, però, i problemi al ginocchio, che hanno costretto José Enrique a dire basta. Peccato, perché sulla sinistra giocava bene. Era un difensore che il suo mestiere lo faceva nel migliore dei modi, senza rinunciare ad attaccare. Quattro anni al Newcastle, cinque stagioni al Liverpool. Insomma, un'avventura in Premier di tutto rispetto.
Ma, oltre ai problemi fisici, poi ne è arrivato un altro ben più grave. Un tumore che lo colpisce improvvisamente. Di quelli rari, situato in una zona difficile della testa. Sotto l'occhio praticamente. Di lì una lunga operazione di nove ore, sei chili persi in una settimana, il mondo del calcio che gli si stringe intorno. A fine luglio, dopo un ultimo controllo a Zurigo, l'inizio della chemioterapia.
Che dura due mesi e che è finita giovedì, con l'ultima seduta svolta a Parigi. Lontano da casa dunque, ma sempre con l'appoggio della sua dolce metà. Amy, infatti, lo ha accompagnato ovunque, standogli accanto fin dal primo minuto. Anche nella foto che i due si sono scattati con alle spalle la Torre Eiffel. Sorridenti, perché il peggio sembrerebbe essere passato. Niente più tristezza, solo ironia, come dimostra il gesto della coppia, intenta ad indicare con i rispettivi indici la testa di Josè. Calva, con una cicatrice al centro sulla quale però stanno ricrescendo i primi capelli.
Ciao ragazzi, prima di tutto volevo ringraziarvi per tutti i messaggi ricevuti e per il vostro supporto. E' stato magnifico - ha scritto l'ex giocatore sulla propria pagina Instagram, che ha accompagnato il tutto con alcune immagini che lo raffigurano durante le sedute di chemioterapia - volevo condividere con voi ciò che ho fatto negli ultimi due mesi. E' stato difficile, non lo nego. Lo è stato per me, per Amy e per la mia famiglia. Ma tutto questo credo che mi abbia aiutato a capire le vere priorità della vita".
"Volevo, infine, lasciare un messaggio a tutte quelle persone che hanno problemi di salute. Non importa quanto sia grande il problema. Potete affrontarlo e combatterlo. La cosa più importante è il modo in cui reagisci e sono davvero sorpreso di come ho affrontato tutto questo. Non crediate mai che non possiate fare qualcosa. Non importa quanto sia difficile #WECAN. Grazie ancora per l'adorabile supporto."
Niente è impossibile, dunque. José ne sa qualcosa. Nella speranza che il brutto male non si ripresenti. Per ora ha vinto lui, a differenza di quanto accaduto con le ginocchia. Maledette, perché gli hanno impedito di giocare a calcio. Ma la vita è sicuramente una partita più importante.