Pasta, pizza, caffè. Le prime cose che vengono in mente se si chiede dell'Italia all'estero possono essere queste. D'altronde si sa, nel nostro Belpaese il cibo è una cosa seria. Eppure in giro per l'Europa negli ultimi anni abbiamo esportato anche un'altra merce. Un prodotto in cui dimostriamo di saperci fare come pochi: il gol.
Giusto ieri sera Giampaolo Pazzini, al debutto con la maglia del Levante, è riuscito a trovare la via della rete. Alla prima esperienza all'estero, il Pazzo si è dimostrato subito a suo agio in una realtà nuova come è per lui la Liga. In soli 13' minuti ha realizzato il proprio primo gol spagnolo, ad un avversario per nulla banale: il Real Madrid, fermato dalla squadra valenciana sul 2-2. Una partenza da sogno per l'ex attaccante del Verona. Ma se guardiamo indietro nel tempo solo di pochi anni, è facile scovare nostri attaccanti capaci di graffiare al debutto con la nuova maglia in un club straniero.
Anche a Manolo Gabbiadini servirono solamente 13' minuti per far innamorare i tifosi del Southampton. Giusto il tempo di disfare i bagagli, che l'allora allenatore dei Saints lo mise in campo dall'inizio contro il West Ham. Follia? Per niente. Manolo con un bomba mancina lasciò tutti a bocca aperta, facendo vedere per cosa, oltre al cibo, siamo famosi qua in Italia.
"Buona la prima". Questo deve aver esclamato anche Lucien Favre, allenatore del Nizza, quando, l'11 settembre 2016, un attaccante italiano, arrivato in Costa Azzurra per rilanciarsi, realizzò una doppietta decisiva alla prima con la maglia rossonera. A Mario Balotelli di minuti ne bastarono 7 per andare in rete contro il Marsiglia. Tempo di ritrovarsi sul dischetto e far vedere a tutta la Ligue 1 quale sia la specialità della casa. SuperMario trovò anche il gol di testa nel finale di partita, con una doppietta che risultò decisiva nella vittoria dei suoi per 3-2. Un esordio da sogno, che gli fece guadagnare le prime pagine dei giornali di mezza Europa. E l'Equipe lo incoronò subito: "Superbo".
Se facciamo un salto in Bundesliga, la musica non cambia. Qua se si parla di attaccanti italiani, il nome che riecheggia è uno solo: quello di Luca Toni. L'attaccante azzurro nel 2007 lasciò la Fiorentina per accasarsi al Bayern Monaco. 14 minuti, e all'esordio (da titolare) contro l'Hansa Rostock, Toni insegnò la sua esultanza a tutta l'Allianz Arena. Fu quella una stagione ricca di soddisfazioni per l'allora neo-campione del Mondo con la maglia della Nazionale: trovò il gol al debutto anche contro il Belenenses in coppa UEFA, competizione di cui si laureò capocannoniere con 10 reti. Fu re dei goleador anche in Bundesliga, con 24 realizzazioni che consentirono al Bayern di alzare il Meisterschale a due anni di distanza dall'ultima volta. L'allenatore dei bavaresi, Ottmar Hitxfeld, lo definì "un animale da gol che non vuole mai riposare". Come dargli torto.
Germania, Francia, Inghilterra e Spagna. I nostri attaccanti hanno dimostrato come il gol sia una specialità made in italy, facendosi apprezzare in giro per l'Europa. Ieri è iniziata l'avventura spagnola di Giampaolo Pazzini: chi bene comincia...
a cura di Federico Rana