Trentacinque anni fa l’Italia batteva il Brasile per 3 a 2, nei magici Mondiali spagnoli del 1982. Uno dei più forti Brasile della storia, battuto da una tripletta di Pablito Rossi. L’attaccante italiano sulle pagine del Corriere dello Sport ricorda quella partita: “Ero nervoso prima della partita. Fin lì avevo ricevuto solo critiche, tutti si aspettavano qualcosa da me e il peso si faceva sentire”.
Poi Pablito scende nei dettagli: “La mattina ero agitato, dormivo con Cabrini, poi ci fu la riunione tecnica con Bearzot che ci spiegò come saremmo dovuti scendere in campo. A tutti diede delle marcature specifiche: Gentile su Zico, Oriali su Eder, mentre a me disse di stare tranquillo e giocare. Quella partita fu incredibile, prima 1-0 per noi, loro pareggiarono subito con Socrates e all’intervallo andiamo avanti noi 2 a 1. Poi Falcao fa un gol meraviglioso, sembra tutto finito, ma abbiamo avuto la forza di fare il 3 a 2, anzi anche il quarto di Antognoni che era regolare, certe emozioni non possono essere rinchiuse in 90 minuti”.
Il gol però tardava ad arrivare, ma la forza di squadra riuscì a dare la spinta a Rossi: “I compagni di squadra mi hanno aiutato e mi difendevano dagli attacchi dei giornalisti. Bearzot gestì tutto con fermezza, perché prima dei giocatori sceglieva gli uomini che sarebbero scesi in campo. Non mi criticò mai, neanche quando mi sostituì dopo il primo tempo con il Perù mi disse di prepararmi bene per la prossima partita. Eravamo un gruppo con dei solidi principi e ci siamo aiutati nei momenti di difficoltà”.
Un gruppo solido, ma anche chi era all’esterno: “Bearzot, Pertini, Spadolini, persone di una statura morale che era d’esempio per tutti, ora ci sono solo i soldi, ma ci sono anche le emozioni vogliamo capirlo? Noi con il nostro modo di giocare trasmettevamo sentimenti che la gente recepiva. Eravamo uomini normali, per questo quando si parla di quella vittoria si dice che è stato il successo del gruppo".