L'Europeo alle porte, il doblete con la Juventus alle spalle. Leonardo Bonucci parla da Coverciano, in sala stampa: il suo momento, quello dell'Italia, le scelte di Conte e non solo. Tanti i temi affrontati, il difensore azzurro risponde in conferenza: "Siamo pronti a metterci a disposizione del CT e dei nuovi compagni, abbiamo un gruppo di grandi uomini. Noi italiani nelle difficoltà tiriamo sempre fuori qualcosa... Metteremo la nostra mentalità a disposizione della squadra, c'è già Conte che la trasmette molto. Da parte nostra c'è la voglia di fare bene e continuare a sognare come abbiamo fatto con la Juventus. L'Europeo? Oggi siamo in terza/quarta fila, dobbiamo restare umili e vedere alla fine dove siamo arrivati. Il prossimo CT? Siamo focalizzati sull'Europeo, chi verrà scelto dovrà continuare una strada già tracciata. Chiunque sarà avrà la nostra disponibilità per riportare in alto la Nazionale italiana. Vincere? Sarebbe bello, sarebbe la chiusura di un'annata ottima per me. Sarebbe anche stimolante per migliorarsi... il difficile è mantenersi. E' normale che ogni calciatore vorrebbe vincere nel proprio paese ed in Europa, è uno dei miei obiettivi. La Juventus nel futuro? Senza ombra di dubbio, l'ho già detto in passato: ho un contratto lungo e sto bene a Torino, non vedo il motivo per cambiare. L'Italia in calo? Sono venuti fuori pochi talenti... Anche altre nazioni hanno vissuto un anno zero come noi. La convocazione per lo stage? Arrivo carico, già mi manca il campo. Non vedo l'ora di scendere in campo con la Nazionale per riprendere il ritmo partita e sentirmi importante per questa causa. Nella settimana scorsa ho lavorato pesantemente. Arriviamo senza favori del pronostico, starà a noi fare squadra e far sì che questa Italia possa diventare una piacevole sorpresa. Ventura? Devo dirgli grazie, ho giocato 38 partite su 38 l'anno dell'esordio in A: ha avuto il coraggio di buttarmi nella mischia e farmi reggere una difesa insieme a Ranocchia. Sicuramente porterebbe un'idea precisa di gioco, ed è quello che serve a noi. La qualità non è il nostro pregio, bisogna avere un'identità di gioco e lui ne ha una forte. Conte chiede di sognare? Io sogno un grande Europeo, per me e per la Nazionale. Sono fortunato ad essere in un gruppo di grandi uomini, ho una voglia matta di cominciare e confrontarmi con grandi giocatori. E questo non è soltanto il mio pensiero. Il coraggio di lanciare i giovani? Il problema principale è il dover far fronte sempre a delle aspettative... Quando si comincia un progetto, puoi partire male ma ci vuole il coraggio di rimettersi in discussione. La Scozia? Sarà importante mettere in pratica le idee del mister per far sì che dopo siano automatiche. La nostra attenzione è quella di abituarsi ad una squadra solida e fisica come l'Irlanda e mettere in pratica quello che viene provato negli allenamenti. Torniamo ad un sistema che avevamo provato agli inizi, sarà importante ritrovare gli automatismi. Sapere che Conte se ne andrà? Non conterà nulla, perché alla fine il nostro obiettivo comunque è quello di fare un grande Europeo perché ne trarremo beneficio tutti. Attaccanti scarsi? No, c'è un'idea e ci sono dei movimenti stabiliti e provati che possono mettere in difficoltà tutti. Se si vuole sognare, ci deve essere grande sacrificio. Queste sono le caratteristiche che dobbiamo mettere in campo. Saremo un gruppo, una squadra, un blocco che lotterà per un obiettivo e vogliamo sognare, far sì che questo scetticismo si trasformi in gioia. Ogbonna? Angelo lo ha dimostrato anche alla Juve di poter fare il centrale in una difesa a tre. E' un elemento importante per questa squadra, se dovesse essere scelto tra i 23 porterà un grande apporto. Marchisio? Ci ho parlato prima di partire, lui mi ha detto che sarebbe voluto stare con noi e gli ho promesso che porteremo la sua forza in campo con noi. Pirlo e Balotelli? Andrea non si discute, è il calcio fatto persona. Come ha detto il CT, quando fai delle scelte puoi immaginare le conseguenze. Dispiace perché è un uomo spogliatoio, sarebbe stato importante. Per Mario che dire… è stato sempre tutto nelle sue mani, doveva essere intelligente lui a capire dove doveva cambiare. Purtroppo ancora ad oggi non l’ha fatto: in una Nazionale come questa sarebbe stato importante se avesse capito che qua conta la squadra e non i singoli. Non c’è tempo di pensare alle prime donne, bisogna essere dei carrarmati a disposizione l’uno dell’altro. Se lui in questi anni avesse capito questo segreto qua… sarebbe diventato uno degli attaccanti più forti al mondo e sarebbe stato qua. Deve cambiare qualcosa dentro di lui per far sì che il futuro gli riservi delle soddisfazioni a livello personale e ritrovare questa maglia”.
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