Le ultime due partite con Portogallo e Stati Uniti le ha saltate per un problema agli adduttori. Federico Bernardeschi non gioca in Nazionale dalla vittoria in Polonia. Adesso ha ritrovato l'azzurro cinque mesi dopo l'ultima volta. E ci torna da uomo simbolo di una Juventus capace di compiere l'impresa con l'Atletico. Da giocatore indubbiamente cresciuto sotto l'influenza di Cristiano Ronaldo, il suo modello.
Insomma, Federico è pronto per diventare un pilastro della nuova Italia. Si prepara ad un Europeo da vivere come protagonista, a partire dalle sfide contro Finlandia e Liechtenstein, le prime del girone di qualificazione: "Siamo un bel gruppo sotto tutti i punti di vista. Questa Italia ha già fatto intravedere qualcosa in Nations League: tante occasioni, bel gioco e divertimento sia in campo sia fuori. Dobbiamo ancora guadagnare un po' di esperienza, ma siamo sulla strada giusta per affrontare l'Europeo nel migliore dei modi".
Sul rapporto con Ronaldo e sul rischio squalifica del portoghese: "Credo che la sua sia stata solo un'esultanza, si chiuderà tutto lì. Intervenire sarebbe folle. Lui è molto sereno, ma lo siamo tutti in vista della sentenza. Cristiano è un fuoriclasse assoluto, lo ha dimostrato in ogni parte del mondo. In Inghilterra, in Spagna e adesso in Italia. Ci dà tanto, ha il carisma del campione. Starci accanto ogni giorno ti permette di imparare tante cose".
Se si sente una mezz'ala come sostiene Allegri: "Sì, potrei farlo. Poi starà al Mister valutare dove schierarmi. Quando si tratta di cimentarsi in un ruolo nuovo, serve mettersi lì con la testa e capirne i meccanismi nuovi".
Se pensa che ci siano dei talenti in azzurro: "Assolutamente sì, questo gruppo ha tantissimi talenti al suo interno. Vanno aspettati, non vanno giudicati subito. Un ragazzo giovane deve avere il tempo per sbagliare e per crescere. Ci sono tanti talenti su cui poter contare".
Se sente di essersi preso la Juventus: "Ho sempre creduto nell'importanza della testa. Gira tutto intorno a quella, anche a livello fisico. Mentalità e abnegazione al lavoro sono due aspetti su cui ho lavorato molto. Pretendo sempre di più da me stesso, spero di potermi prendere ancora tanti soddisfazioni nella mia vita. Vivo tutto come un punto di partenza. La Juventus ha scritto un pezzo di storia con l'Atletico, abbiamo confermato il valore di questa squadra. Adesso però la testa deve andare all'Ajax".
Sulla fiducia di Allegri contro l'Atletico: "Mi ha fatto tanto piacere e ho cercato di trasferire il mio entusiasmo sul campo. Essere scelto per una partita così importante non è mai scontato, soprattutto in una squadra come la Juventus".
Se si sente un leader di questa Italia: "Ci sono molte personalità su cui contare. Credo di essere una di quelle, senza citare Chiellini, Bonucci, Sirigu... Ci sono tante personalità su cui fare affidamento, per far inserire i più giovani al meglio, senza fargli sentire pressione o il peso della maglia azzurra".
Sulla sconfitta della Juventus contro il Genoa: "Arrivavamo da una partita molto dispendiosa a livello fisico e mentale. Perdere non fa mai bene ma, se dovevamo perdere, lo abbiamo fatto nel momento più giusto. Preferivamo non farlo, però - vedendo ciò che è successo - forse ci poteva pure stare".
Se si sente di consigliare qualcosa a Chiesa per il suo futuro: "Parliamo di un giocatore fortissimo, che sta facendo grandi cose quest'anno. L'importante è che decida in base a ciò che vuole realmente, a ciò che sente. Nessuno può permettersi di entrare nella sua testa, nessuno ha deciso per me e così deve essere anche per Federico. Io posso soltanto dire che è migliorato tantissimo, sia a livello tecnico che nell'aspetto caratteriale. E' giovane, ha tanta strada davanti. Ma ha 22 anni ed è abbastanza maturo per decidere il meglio per se stesso".
Sulla pressione che i giovani possono sentire: "E' un aspetto che da sempre fa parte di questo gioco. La maglia della Nazionale è importante, ma il fatto che ci siano tanti ragazzi giovani pronti ad indossarla credo sia importante. Un paio di anni fa ci lamentavamo dei pochi giovani, adesso i talenti stanno venendo fuori. Speriamo che il futuro dell'Italia sia sempre più roseo".
Se si sente un fuoriclasse: "Spero di poterlo diventare, perché questo è il mio sogno ma anche quello di tutti coloro che giocano a calcio. In Nazionale vorrei portare la consapevolezza di essere forti, come accade nella Juventus. Dobbiamo crederci ogni giorno, siamo giovani ma pieni di talento. Dobbiamo contare su noi stessi e sul compagno di fianco. Pochi gol? Sì, è vero. Giochiamo bene, per le occasioni che creiamo segniamo poco. Ma è molto meglio creare e segnare poco che non creare e non segnare. Può capitare per poche partite il non segnare, alla fine il gioco ti ripaga. E' una questione di numeri".