La "gavetta" torna di moda. Tanti ex calciatori che sono partiti subito dal massimo livello hanno deciso di fare un passo indietro. Filippo Inzaghi ne ha fatti addirittura due e si dichiara felice della scelta di ripartire da Venezia, dalla Lega Pro:
"Il progetto del presidente Tacopina e del direttore Perinetti ha fatto breccia nel mio cuore" - si legge nelle pagine del Corriere dello Sport - "Ho trascorso un anno difficile, ma al tempo stesso importante. Dove ho capito tante cose. Senza calcio non posso e non devo stare. Non riesco a rimanere a casa. Ho sofferto, sono stato malissimo, è vero, ma adesso va molto meglio. Sono andato a visitare molti miei colleghi al lavoro, durante gli allenamenti. Mi sono piaciuti per il loro modo di affrontare questa professione. Di chi? Di Francesco e Giampaolo. Ho fatto il tifo per Sarri... Il calcio di Paulo Sousa è molto bello da vedere. Ho avuto e rifiutato offerte da categorie superiori, dalla Cina che erano molto buone dal punto di vista economico. Ma sono venuto qui senza guardare la categoria e i soldi".
Ricominciare dalla Lega Pro non è un problema: "La mia carriera di bomber è iniziata dalla Serie C, a Leffe. Ancora oggi conosco la categoria alla perfezione, Tacopina è rimasto impressionato dal fatto che ho notizie praticamente di quasi tutti i giocatori Lega Pro. Si tratta di un campionato difficilissimo. Non basterà avere solo i giocatori... Tutti i nostri avversari vorranno battere Venezia e Parma, le presunte favorite. Sarà un sogno che tutti tenteranno di realizzare. Qui solo se si gioca bene si vince. Io so come si fa nel calcio. E’ stata la mia missione, da sempre. Non a caso Tacopina mi ha regalato la maglia n. 9 del Venezia col mio nome. Mi vede idealmente ancora in campo, con la mia forza e con la mia grinta. Non sono venuto qui a Venezia per tentare di fare bene un anno e poi tornare in Serie A per i fatti miei. Il mio obiettivo è arrivarci con il Venezia".Fosse per Inzaghi il Venezia sarebbe già a lavoro: "Vorrei andare in ritiro da subito, senza andare in vacanza... Ma la società mi ha detto che non è possibile. Ho voglia di ricominciare. Sono riuscito ad anticipare la data del raduno dal 17 all’11 luglio, anche perché a ferragosto potremmo già esordire nella Coppa Italia di Lega Pro. Sono molto ambizioso, ma non presuntuoso. Il mio schema ideale è il 4-3-3 ma non sono un pazzo. So adattare i miei giocatori al modulo ideale. Voglio valorizzare i giovani, spero di averne con me anche alcuni che ho allenato nella Primavera del Milan. Ma voglio soprattutto degli uomini veri. Chi non farà gruppo non giocherà nel Venezia. Io posso solo ringraziare il Milan, primi fra tutti Silvio Berlusconi e Adriano Galliani. Quello che è successo un anno fa non ha scalfito il nostro rapporto. Sono e resterò sempre un grande tifoso del Milan".
L'esperienza milanista ha fatto capire a "Super Pippo" soprattutto una cosa: "Non c’è una grande squadra se non c’è una grande società. Qui a Venezia ho visitato la sede, il centro sportivo, mi sembrava già di essere in una società di serie A. Errori? Continuerò a commetterne ancora, anche a 60 anni... Non esistono allenatori infallibili. Il mio principale obiettivo è far divertire la gente e la società. Voglio giocare bene. Il club ha già fatto un grandissimo sforzo mettendomi a disposizione Domizzi, un giocatore da Serie A. Molti altri ci chiamano per venire da noi... Molti tifosi del Milan diventeranno tifosi del Venezia. Qui l’entusiasmo è già alle stelle. Non appena sono sbarcato qui a Venezia, il sito internet della società è andato in tilt. Esempi da seguire? Non ho dubbi. La Juventus che attualmente è la migliore società, così come è stato il Milan".