Vederlo così, in giacca e cravatta, fa sempre una certa impressione. Elegantissimo, come era in campo: "Le parole di Perez su Modric? le valuteremo nelle sedi opportune". Sempre deciso nel difendere la sua Inter Javier Zanetti. Lo ha fatto per 860 volte in campo, un'infinità. Continua a farlo da dirigente, dopo l'ennesima frecciatina lanciata dal presidente dei blancos. Anche se la sensazione che si ha nel guardarlo è che potrebbe tranquillamente scendere in campo e fare ancora la differenza.
Sicuramente lo vorrebbe fare quest'anno. L'Inter torna a giocare la Champions League, sei stagioni dopo l'ultima volta. Inter-Marsiglia, 13 marzo del 2012. In campo c'era ovviamente anche lui, schierato esterno alto nei tre dietro Forlan da Ranieri all'andata, più dietro nella partita di ritorno. A San Siro i nerazzurri non riescono a rimontare l'1-0 subito al Velodrome, con Milito e Pazzini che rendono l'eliminazione un po' più onorevole. Un saluto triste alla competizione più bella del mondo, che comunque può dire di aver alzato al cielo.
Già, due anni prima. La splendida cavalcata dell'Inter di Mourinho culmina nella notte dei sogni di Madrid. Per arrivarci, però, Zanetti e compagni hanno dovuto eliminare prima il Barcellona: vittoria per 3-1 a San Siro all'andata, sconfitta per 1-0 al Camp Nou nella gara di ritorno, con tanto di rischio infarto nei minuti finali. A difendere la porta di Julio Cesar dagli assedi avversari e dalla bolgia dei 96 000 del popolo balugina c'è anche lui, il capitano.
Che a questo giro, però, dovrà accontentarsi di rimanere a guardare dalla tribuna. Sì, perché l'Inter è tornata nell'Europa che conta e nel girone incontrerà proprio il Barcellona. Dal triplete al tentativo di rinascere, da potenza europea a squadra che vuole provare a (ri)diventarlo. Tante le cose cambiate da allora: da una parte sono rimasti solo Messi, Busquets e Piquè, dall'altra... nessuno. Nemmeno Milito, l'eroe di quell'annata. Al suo posto ci sarà Icardi, uno che il Barcellona lo conosce molto bene. Lo ha assaggiato, sognato. Ci è arrivato a 14 anni, dopo essere fuggito dalla povertà in Argentina e dopo aver segnato 384 gol in sei stagioni con le giovanili del Vecindario.
Nella cantera blaugrana ne segna 38 in due anni, ma il suo stile di gioco è troppo distante dal tiki-taka di Guardiola, proprio come lo era Ibra. Che, quella volta, da ex non riuscì a scardinare la difesa nerazzurra. Quella sera lì Icardi, probabilmente, la partita l'avrà vista dalla tribuna. O a bordo campo, dove faceva il raccattapalle insieme ai suoi compagni. Ora la giocherà e dovrà fare i conti con Vidal. Quasi preso dall'Inter, che poi ha cullato un sogno più ambizioso. Chissà chi riuscirà a prendersi le sue rivincite .
Un salto in avanti, 2 novembre 2010: l'Inter di Benitez stenta a decollare, ma in Champions va che è una meraviglia. Sette punti nelle prime tre giornate del girone, poi la trasferta di White Art Lane. Dall'altra parte il Tottenham di Harry Redknapp, tornato nell'Europa che conta a 48 anni di distanza dall'ultima volta e che a questo giro si ripresenterà al cospetto di Spalletti in una veste decisamente diversa. Una piccola creatura che sta nascendo e che agli ottavi sbatterà fuori il Milan di Allegri. Quella sera a farne le spese sono i nerazzurri, che usciranno sconfitti per 3-1. A sbloccare la gara la rete di Van Der Vaart. Assist di? Luka Modric, ironia della sorte. Un grande talento di 25 anni, che adesso di Champions in bacheca ne ha 4, compresa la medaglia d'argento del Mondiale russo. L'Inter quesa estate lo ha sognato, forse sfiorato.
Ma mai preso, come Bale nella partita di andata. 20 ottobre dello stesso anno, a San Siro l'Inter si impone per 4-3. Partita ricca di colpi di scena, direte. Invece no, non è così. Si tratta di un 4-1 che, nei minuti di recupero, viene stravolto dalle cavalcate di questo ragazzo gallese, nato nella stessa città di Giggs e con la passione del rugby. Nella Scala del calcio segnerà una tripletta, la sua prima in carriera. Ne farà tante altre, arrivando a quota 151 gol segnati. Nel frattempo è diventato una delle tante star del Real Madrid che, tre anni dopo quella magica notte di San Siro, lo acquista per 100 milioni. Inter, come passa veloce il tempo...
Già, veloce. Come Ronaldo, il fenomeno. La sua prima squadra europea? il Psv, campione di Olanda in carica e prossima avversaria dell'Inter nel girone di Champions. Alla fine del 1995, sul Guerin Sportivo, esce un articolo sulle giovani promesse del calcio mondiale. Come immagine c'è lui, catturato in un'azione di gioco. La foto sembra quasi mossa tanto va veloce. Il pezzo lo elogia. Niente di strano per chi, solo un anno prima, si era laureato campione del mondo con il Brasile senza giocare nemmeno un minuto. Per chi, arrivato in Olanda per sei milioni di dollari dal Cruzeiro dopo un'infanzia molto povera, aveva sconvolto l'intera Erdevise con 30 gol in 33 partite. "Su di lui c'è anche l'Inter" Si leggeva. Due estati dopo ecco il trasferimento in nerazzurro. Moratti ne è innamorato e decide di versare l'intera clausola rescissoria da 48 miliardi di lire. Lo fa riempiendo le casse del...Barcellona, per la serie: che intrecci. In blaugrana Ronaldo si era trasferito solo un anno prima, giusto il tempo di segnare 47 gol su 49 partite ufficiali e di battere il calcio di rigore decisivo che porta a Barcellona la Coppa delle Coppe a discapito del Psg.
Storie di campioni. Di gol e di record. Di intrecci e curiosità. Storie di Champions. Inter, Barcellona, Tottenham e Psv: unite dal passato, dai numeri e dai protagonisti. Da un unico obiettivo comune: passare il turno e proseguire la strada verso Madrid. Eccone un altro di scherzo del destino. 22 maggio 2010, proprio a Madrid l'Inter torna a vincere la Champions dopo 45 anni di digiuno. Sì, come vola il tempo...