Spagnoli: "Il Cervia, la Juventus e l'Imolese: vi racconto tutto"
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Data: 01/11/2018 -

Spagnoli: "Il Cervia, la Juventus e l'Imolese: vi racconto tutto"

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Fu fra i tre vincitori della prima edizioni di Campioni, il Sogno. Le sfuriate di Graziani e il mese di ritiro con la Juventus: "Io come dentro ad un film". Infine la sua avventura da presidente dell'Imolese: "Qui tutti giovani ma con il fuoco dentro"'. La nostra intervista a Lorenzo Spagnoli
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Fu fra i tre vincitori della prima edizioni di Campioni, il Sogno. Le sfuriate di Graziani e il mese di ritiro con la Juventus: "Io come dentro ad un film". Infine la sua avventura da presidente dell'Imolese: "Qui tutti giovani ma con il fuoco dentro"'. La nostra intervista a Lorenzo Spagnoli
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L’Imolese, la nuova vita di Spagnoli: “Io, il Pres. Vi racconto tutto”

Accanto alla maglia firmata da Baggio e a quella bianconera autografata da tutti, ecco la divisa dell’Imolese. Lorenzo Spagnoli ha soltanto 38 anni, ma è già diventato presidente.

Con grandi risultati anche, come dimostra la scalata dall’eccellenza alla Serie C in appena sei anni. Nel retro, sopra il numero, una scritta che dice tutto. ‘Mai arrendersi’. Un valore che ha voluto infondere a tutti i suoi giocatori: “Perché me lo ha sempre trasmesso mio papà”.

Già, Alfio è venuto a mancare un anno fa: “Ma ha lottato fino all’ultimo – racconta Lorenzo con orgoglio e con gli occhi commossi a fissare la maglia numero sette davanti a lui – mi ha dimostrato con i fatti quello che mi ha sempre voluto dire.

Con fatica, anche stando in silenzio, anche quando non ce la faceva più”. Lo spiega battendo deciso il pugno sulla sua scrivania: “Cosa mi disse papà quando ho scelto di diventare presidente? ‘Tu sei pazzo’. Questa fu più o meno la sua reazione”.

Sì, perché nel frattempo Lorenzo giocava ed era anche il capitano: “Poi misi per la prima volta piede al Centro Tecnico Bacchilega e rimasi a bocca aperta: ‘Cavolo, quante cose si potrebbero fare qui’ dissi fra me e me.

Di lì è un attimo: Lorenzo e la sua compagna Fiorella, l’anima imprenditoriale della famiglia, studiano la situazione. Rilevano il 60% delle quote: “La società stava fallendo, io e i miei compagni non vedevamo più i rimborsi” e riescono di fatto a salvare l’Imolese da una situazione critica.

La stagione seguente è uno show, che culmina con una promozione in D che mancava da tanto: “A quel punto mi sono accorto che come calciatore stavo diventando vecchio. Invece come Presidente sarei stato giovanissimo – scherza Lorenzo – e allora decisi di appendere le scarpette al chiodo e di acquistare il restante 40% della società”.

I risultati, appunto, sono sotto gli occhi di tutti. “Che spettacolo, grazie presidente” Recita uno striscione che sporge dalla tribuna del campo d’allenamento: “Qui, quando sono arrivato io, non c’era tutto questo. Poi abbiamo costruito i sintetici per il settore giovanile, gli uffici, il ristorante. Il prossimo obiettivo? Costruire lo stadio all’interno del centro sportivo. Così diventerebbe la nostra casa a tutti gli effetti, sarebbe una novità assoluta per tutto il calcio italiano”.

Lorenzo Spagnoli è elegante tanto quanto lo era in mezzo al campo. Giacca, camicia, ciuffo sempre ben pettinato: “Mi piace la figura del presidente signorile, quello che risolve i problemi con una semplice stretta di mano”. La sveglia suona presto ogni giorno. La mattina Lorenzo accompagna i figli a scuola, poi subito al centro sportivo, dove rimane fino a tarda serata: “E’ una mentalità che voglio trasmettere a tutto l’ambiente – spiega – qui all’Imolese non si viene soltanto per timbrare il cartellino. Mi piace vedere tutto, dai giocatori ai magazzinieri. Anche la mia compagna passa molto tempo qui. Non si perde mai una partita, l’ho fatta appassionare al calcio”. Il marchio Imolese stampato su ogni vetrata, così come il motto del club: “Be different”. La diversità più evidente sta nella giovinezza del corpo dirigenziale. Dal presidente al direttore sportivo, passando per l’allenatore. Mister Dionisi , 38 anni e all’esperienza fin qui più importante della sua carriera: “Con una figura più vecchia avremmo rischiato di crearci delle difficoltà. L’anno scorso lo abbiamo affrontato e il suo Firenzuola era un inno al bel calcio. Mi ha colpito la sua mente libera. La sua spontaneità. E’ leale, vicino ai miei valori. Potremmo essere tranquillamente amici e fare delle serate insieme”.

E i risultati stanno ripagando la scelta fatta. Perché l’Imolese, da neopromossa e in serie C quasi 50 anni dopo l’ultima volta, ha perso solo in un’occasione nelle prime nove giornate. E’ quinta, in piena zona playoff: “Ma l’obiettivo primario è mantenere la categoria. Poi ognuno di noi deve essere ambizioso al punto giusto, senza sfociare nell’arroganza. Chi siede vicino a me, deve avere la voglia di stupire. Deve sempre avere dentro di sé la fiamma giusta. Quando questa si sta per spegnere, che si venga a parlare con me. La riaccendo in un secondo. Ho chiesto solo una cosa ai ragazzi, ovvero di essere sempre più affamati degli avversari. Quello non lo sopporterei”. Passione, talento, mentalità, disciplina e coraggio: questa la ricetta di un’Imolese che non vuole smettere di correre. Proprio come il suo presidente. Neanche 40 anni sulla carta d’identità, ma quante ne ha già viste…

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