Il Torino oggi avrebbe dovuto giocare a Bergamo contro l'Atalanta , ma i problemi Covid in casa granata hanno obbligato la squadra di Juric alla permanenza nel capoluogo piemontese. Il problema per il Torino (così come per le altre squadre con tanti casi di positività) riguarda il nuovo protocollo della Serie A, che prevede il rinvio di una partita solamente se una delle due squadre non ha neanche i portieri della Primavera utilizzabili.
Inoltre per provare a superare il problema delle tante partite rinviate il Governo è anche al lavoro per stabilire precisi criteri per gli enti che devono prendere le dicisioni.
Cairo sul nuovo protocollo
Una decisione che non è piaciuta a Urbano Cairo. Il presidente del Torino è intervenuto ai microfoni dell'ANSA: "Guardiamo all'esempio della Premier League: i contagi in Inghilterra erano molto alti ma hanno salvaguardato il campionato e allo stesso tempo il merito sportivo: se i positivi sono troppi, la partita si rinvia e si recupera".
Il presidente granata prosegue: "Stiamo varando delle misure che secondo me sono fatte in modo un po' affrettato, quando c'era tutto il tempo per metterle a punto. Abbiamo avuto il campionato italiano fermo, mentre la Premier ha giocato un bellissimo boxing day, pur rimandando alcune partite. Per inciso, io ero e sono convinto che andasse fatto anche in Italia, quando l'abbiamo fatto era bello e secondo me andava continuato per farlo diventare un'abitudine".
Poi Cairo continua criticando la decisione sul nuovo protocollo: "Comunque, tornando a noi, non è giusto fare giocare una squadra a tutti i costi se non ha i giocatori: non ha senso dire che devono giocare anche i Primavera nati entro il 2003. Non a caso un campionato come la Premier più avanti di noi, anche per valore economico, ha preso altre decisioni. Appiattirsi sulle norme Uefa è sbagliato, perché la Uefa deve conciliare le esigenze di molti campionati e non ha altre date da utilizzare".
In conclusione Cairo spiega: "Ci vogliono comunque delle regole chiare per cui, come in Premier, la Lega decide se una partita si gioca o no, in relazione al numero dei positivi. Altrimenti non salvaguardi il merito sportivo".