Javier Zanetti e l'Inter: un binomio inscindibile. Prima giocatore e bandiera, ora vice presidente dei nerazzurri: l'ex capitano dell'Inter ha rilasciato una lunga intervista a Corriere TV, parlando di attualità ma anche dei tanti momenti di felicità vissuti a Milano: "Sono felice per l'opportunità che mi ha dato l'Inter di iniziare questo nuovo percorso. Per me era importante restare in questa grande famiglia perché sono innamorato dell'Inter e spero di potermi rendere sempre utile. Sto imparando tantissimo, anche perché ci sono professionisti di grande esperienza che mi stanno aiutando ed è un aspetto molto importante per il futuro del club".
Sulla decisione di lasciare il calcio giocato, poi: "Al termine della partita contro il Livorno, al rientro in campo dopo l'infortunio al tendine d'Achille, ho sentito ancora una volta l'affetto incredibile dei tifosi e lì, per la prima volta, ho pensato di poter smettere, perché volevo chiudere la carriera in campo, ma da protagonista. Il corpo rispondeva ancora e le motivazioni c'erano, ma prima di tutto viene il club e non volevo essere egoista, così ho preso la decisione d'accordo con la società. L'ultima partita a San Siro, contro la Lazio, è un ricordo indelebile che rimarrà per sempre nel mio cuore".
E la stagione attuale dell'Inter?: "L'Inter aspira sempre al massimo: siamo arrivati quarti, ma avremmo potuto fare qualcosa in più. In ogni caso adesso non bisogna lamentarsi perché stiamo attraversando un percorso e vogliamo rinforzarci per costruire qualcosa di davvero importante. Il ritorno in Europa deve essere un punto di partenza per una scalata verso traguardi di un certo livello. Ci è mancata continuità, visto che fino a gennaio eravamo primi, ma questo è un gruppo nuovo e si sta amalgamando. L'importante è che chiunque indossi la maglia nerazzurra capisca che giocare nell'Inter è una cosa fantastica: la nostra è una maglia storica, va onorata".
"Il quattordicesimo scudetto? È un titolo che sento mio perché c'è stata una sentenza, ma è stato un momento molto triste per il calcio italiano e non bisogna aggiungere altro - continua Zanetti - Ogni società poi ha fatto il proprio percorso e noi siamo contenti della storia del nostro club; gli altri saranno altrettanto soddisfatti della loro. Bisogna guardare avanti". L'apice dell'esperienza di Zanetti all'Inter? La Champions del 2010, senza ombra di dubbio: "Quando la partita non era ancora finita, guardai Samuel e in lacrime pensai 'Ce l'abbiamo fatta!'. Le prime emozioni di quella sera sono arrivate quando siamo scesi sul terreno di gioco del Bernabeu per il riscaldamento e vedere la nostra curva piena fu qualcosa di indimenticabile. Non potevamo fallire quell'appuntamento, per noi, per la società e soprattutto per i tifosi. Riguardo spesso le foto, lo sguardo di quando alzo al cielo la coppa e... Non sembro neanche io! Ma descrive tutto l'amore che provo per l'Inter".
Sulla finale di Champions che si giocherà a Milano tra le due squadre di Madrid, invece: "Dispiace che il derby che ci sarà non sia quello tra noi e il Milan, ma fa parte del momento che sta attraversando il calcio italiano, anche se sono sicuro che si rilancerà. Stupito da Simeone? No, come Cambiasso era già un allenatore in campo, non mi sorprende quello che sta facendo, ma sono sicuro che anche il 'Cuchu' diventerà un grande allenatore: entrambi parlavano sempre di calcio e di tattica, anche a partita finita. Il 'Cholo' è un amico, gli faccio i complimenti perché con l'Atletico ha fatto qualcosa di fantastico e perché nella sua squadra si rivede tutta la grinta che aveva in campo".
Sui troppi giocatori stranieri presenti in Italia e sul possibile avvento degli investitori cinesi, poi, Zanetti ha concluso così: "Fa parte del calcio: l'importante è che quando uno scende in campo faccia il massimo per difendere i propri colori: la nazionalità non conta. L'importante è che ci sia un gruppo che onora la maglia. La possibilità di nuovi investitori dalla Cina onora la storia di questo grande club. Sono persone molto serie che vogliono costruire qualcosa di importante con e per l'Inter. Per quanto riguarda Moratti invece sono sicuro che ci sarà sempre perché fa parte di questa grande famiglia".