Vittoria roboante col Chievo, primato in classifica mantenuto nel pareggio a reti inviolate dell’Allianz Stadium, qualche problema di troppo nella sfida col Pordenone in Coppa Italia, terminata comunque con la qualificazione al turno successivo. Questo il momento degli interisti in vista della sfida di domani, alle ore 15 in diretta da San Siro, che li vedrà contrapposti all’Udinese. Nella conferenza stampa di rito, Luciano Spalletti ha innanzitutto rivisto quello che è andato storto nella difficile sfida di coppa: “Prima della gara avevamo ipotizzato i problemi che ci sarebbero potuti essere, ma non penso si possa dire che qualcuno non si sia impegnato a dovere. Con qualsiasi formazione saremmo stati superiori e non abbiamo saputo gestire questa forza. Inoltre far giocare il reparto offensivo insieme per la prima volta ha creato qualche difficoltà in più ai ragazzi, si è vista la differenza tra quello che facciamo in allenamento e quello che succede in campo. Dovevo dire qualcosa prima della partita ed ho optato per la metafora del predatore e della preda, con il primo che non guarda alla stazza della seconda ma attacca semplicemente con tutta la sua forza”.
Dopo una breve riflessione sul momento degli affaticati in casa nerazzurri -“Lavoriamo come se avessimo tre impegni alla settimana, se quando succede poi ci lamentiamo allora ci sarebbe qualcosa che non va”-, l’attenzione si sposta sul mercato di gennaio, dove magari potrebbe rinfoltirsi la rosa: “Senza la possibilità di ripetere le scelte in più partita non avrei potuto individuare lo zoccolo duro della mia rosa, questa situazione ci ha portato tanti vantaggi in termini di esperienza. Sul mercato quindi dobbiamo fare attenzione, perché fino al momento in cui il presidente non farà chiarezza su quale direzione intraprendere, dovremo agire in silenzio, visto che già in estate si erano create delle aspettative su possibili acquisti e avere la sfiducia dei nostri tifosi su questo aspetto non è positivo. Posso dirvi che vorrei Sergio Ramos, Iniesta e Sanchez, altrimenti poi si ricomincia con le telefonate su chi può e non può arrivare. Ma, seriamente, bisogna dare il rispetto a chi c’è adesso e sta ottenendo risultati eccezionali”.
Un occhio anche agli equilibri attuali della squadra dopo la sfida con la Juventus, “Da noi chi ricopre il ruolo di trequartista deve essere onnipresente, che questi sia Brozovic, Borja Valero oppure Joao Mario. Tutti e tre sanno occupare perfettamente gli spazi ma devono stare molto attenti, perché se non lo fanno perdiamo l’equilibrio in campo. La qualità offensiva non passa solo da quel ruolo, ma puo arrivare anche dalle fasce, magari con l’inserimento di Cancelo che dà sicuramente più spinta avanti, anche se davanti a lui deve esserci qualcuno che ne riempia i buchi lasciati, questo è fondamentale”, prima di spostarsi sulla sfida che domani lo vedrà di fronte a Oddo, nuovo arrivato tra i friulani: “Conosco Oddo come allenatore, ne ho parlato con dei ragazzi che aveva già lui a Pescara ed è una persona molto intelligente e sveglia. Di solito prepariamo le partite rispetto alle ultime tre sfide degli avversari, in questo caso sono proprio tre le partite in totale. Per me è facile intravedere come è costruita l’Udinese, ho lavorato con Pozzo e so che scelgono i giocatori in base alla struttura fisica. Le insidie ci sono, dall’allenatore ai calciatori che affronteremo, anche il colore della maglia può esserlo, visto che è bianconero”.
Dopo aver caldeggiato la candidatura di Tommasi come Di Francesco in precedenza, e di come sia facile per lui farlo “Perché lo conosco bene, so qual è la sua moralità, il suo equilibrio e la sua forza mentale. Se chi lo conosce poco propende verso di lui, io non posso essere da meno, ha già il mio voto”, arriva anche un messaggio ai tifosi nerazzurri, vero e proprio dodicesimo uomo in campo nelle gare casalinghe: “Il fatto che ci stiamo riaffacciando a livelli importanti è un beneficio per il calcio, perché più è alto il valore delle partecipanti, più è alto il prestigio della vittoria. E di pari passo va anche la partecipazione emotiva del pubblico, io l’anno scorso ho dovuto vivere scene a Roma in cui i tifosi erano assenti e posso assicurarvi che è la cosa più brutta che può succedere a questo sport. Quest’anno anche lì la gente sta partecipando, perché anche la Roma sta andando molto bene: quando vivi scenari del genere, sembra sempre di giocare in casa”.
Piccola parentesi sui giovani talenti italiani offerti dai vivai negli ultimi anni -“ Mi piacciono molto Chiesa, Berardi e Barella, ma tra i primi due e la coppia Candreva-Perisic scelgo quelli che ho già”- e un veloce ritorno sulla bagarre creatasi a centrocampo, in cui “L’unico non a disposizione è Joao Mario per la tonsillite, poi saranno tutti sullo stesso punto di partenza, perché oltre ai soliti nomi noti può giocare Cancelo su una delle due fasce e accentrare poi uno tra Candreva e Perisic, sono delle opzioni che valuto”, la chiusura è incentrata sulla mentalità che la squadra deve assumere per proporsi così in alto anche nel girone di ritorno: “Non c’è spazio per rallentare nelle nostre pedalate, dobbiamo continuare a farlo al massimo perché nessuno dei nostri avversari accenna a rallentare. Questo girone d’andata sembrava costantemente in volata e ora non c’è che andare avanti su questa strada. L’hashtag che abbiamo lanciato, #senzatregua, deve fungere da traino, perché vogliamo chiudere con il maggior numero di punti evitando delle trappole rappresentate da partite particolari. Quella di domani oppure quella con il Sassuolo rischiano di farti perdere terreno o di farti guadagnare fiducia, quindi dobbiamo restare svegli”