Joao Mario è arrivato a Milano con il titolo di campione d'Europa in tasca e l'etichetta di secondo acquisto più costoso della storia dell'Inter. I primi 5 mesi non sono stati un granché, ma, un po' come per altri compagni, non mancano le scusanti. A partire dalla confusione fatta dalla società intorno alle scelte dell'allenatore:
"E' innegabile che non abbiamo cominciato molto bene questo campionato" - si legge nelle pagine di Tuttosport - "Naturalmente avremmo voluto essere più vicini a loro, però il passato è passato, adesso è tempo di pensare a ciò che dobbiamo correggere e migliorare per finire bene questo 2016 e poter nel nuovo anno cercare di ipotecare l'accesso alla Champions. E' ancora possibile
Sul cambio de Boer-Pioli: "Difficile dire quali fossero i problemi, anche perché nel calcio, tutte le volte che accadono cose sbagliate, paga l'allenatore. Adesso che abbiamo un tecnico italiano mi rendo conto come nella gestione precedente un problema fosse la lingua. Anzi, forse era la difficoltà principale. De Boer aveva delle buone idee, ma non era riuscito a trasmetterle alla squadra come oggi riesce a fare Pioli". La cifra spesa per il suo acquisto non è un problema di Joao: "Se L'Inter ha speso così tanto per me è perché crede nelle mie capacità. Io cerco di non pensare alla valutazione del mio cartellino, voglio aiutare il club a raggiungere i risultati, con le mie prestazione devo ripagare la fiducia e l'investimento che la società ha fatto su di me.Manca ancora tanto al mio top, in fondo ho solo 23 anni e penso di poter fare molto di più. Anche nello Sporting ho fatto fatica all'inizio, poi sono cresciuto e migliorato. Sono sicuro che farò lo stesso percorso qui, dimostrando a pieno il mio valore".
Ruolo preferito? "Mi piace giocare in una posizione più avanzata, per avere maggiori possibilità di inserirmi in attacco. Pioli nelle ultime gare ha pensato che dovessi giocare in modo più difensivo e per me non c'è stato alcun problema. Da piccolo Ho iniziato come difensore centrale e devo ammettere che era un po’ noioso. Poi, quando gli allenatori hanno visto che avevo qualità superiori, hanno iniziato a spostarmi più avanti, fino a farmi giocare a ridosso degli attaccanti". Cristiano Ronaldo? Magari il numero 6 nerazzurro lo convince a sbarcare a Milano: "E' difficile. Per l'Inter sarebbe ovviamente un orgoglio avere Cristiano in squadra, ma sappiamo come la sua realtà sia il Real Madrid. E' lì da tanto tempo, è il simbolo della squadra e lì continua a vincere molto. Se un giorno dovesse andare via dal Real Madrid e pensasse di venire in Italia, credo che sarei in grado di convincerlo a venire all'Inter".
Idoli e modelli: "Zidane è il giocatore che ho sempre apprezzato di più. Però ho amato lo stile di gioco di Pirlo e mi piace molto Pogba. Con Paul siamo coetanei e abbiamo giocato spesso contro nelle Nazionali giovanili. Nelle ultime stagioni ha fatto cose spettacolari con la Juventus. Avversario più forte affrontato in Italia? Indubbiamente Hamsik. E' un grande calciatore, mi piace come gioca: l'avevo visto in tv, ma dal vivo mi ha davvero impressionato. Calcio italiano? Pensavo fosse più semplice. E' un torneo diverso dagli altri in Europa, tutte le squadre sanno difendersi bene e sono molto aggressive. Devi essere sempre al top fisicamente altrimenti è difficile reggere il confronto. Rispetto al campionato portoghese, la Serie A è più tattica ed è più difficile fare gol. Inoltre il livello delle squadre medio-piccole è più alto. In Portogallo c'è più qualità tecnica, ma il titolo se lo giovano solo in tre. Diciamo però che Porto, Benfica e Sporting
In chiusura d'intervista si parla del Porto. Joao Mario dà delle dritte alla Juventus: "Avversario