Dal 5 maggio del 2002 tanto tempo è passato, ma pur non avendo lo stesso valore di sedici anni fa, la sfida tra Lazio e Inter in programma domani mette in palio un posto per la prossima Champions League. Il tracollo nerazzurro avvenuto all'Olimpico, costato lo scudetto, ancora oggi per i tifosi è da attribuire a Vratislav Gresko, protagonista di quel retropassaggio che permise a Poborsky di segnare il gol del 2-2. L'ex giocatore slovacco ci pensa ancora, ma ai microfoni della Gazzetta dello Sport rispedisce le accuse al mittente: "Bisogna prendersi le proprie responsabilità. Mi prendo le mie, ma erano altri quelli che quel giorno dovevano essere decisivi. Il retropassaggio? Pensavo che Toldo uscisse, ne abbiamo riparlato con Francesco. La verità è che davvero nel calcio si vince e si perde tutti insieme. Ricordi? Tanti e nessuno. Lo scudetto abbiamo iniziato a perderlo in casa contro l’Atalanta (nel dubbio, ero assente per squalifica) e a Verona, quando ci sono state cose strane a livello arbitrale come a Venezia quando si inventarono un mio rigore su Maniero".
Gresko poi torna a parlare dell'Inter di oggi, che si gioca un posto nella prossima edizione di Champions proprio contro la Lazio: "Penso che giocare fuori possa essere un vantaggio. Servirà una grande prestazione, oltre a un po’ di fortuna. Skriniar? Ha talento ed è un grande lavoratore, con enormi margini di crescita. Viene da un’ottima stagione, ma sono sicuro che le migliori devono ancora arrivare".
L'intervista completa sulle pagine della Gazzetta dello Sport oggi in edicola...