Dopo l'ottimo inizio di campionato, con le 3 vittorie in altrettante partite, l'Inter di Antonio Conte è pronta all'esordio in Champions League contro lo Slavia Praga. L'allenatore nerazzurro è intervenuto in conferenza stampa, parlando della sfida che attende la sua squadra.
"Sarà importante partire con il piede giusto. Affronteremo una squadra che l'anno scorso ha vinto un campionato competitivo ed ha iniziato bene quest'anno. Parliamo di una squadra fisica ma anche con buona tecnica e intensità. Sono abituati a vincere, hanno una forte mentalità, dovremo fare grande attenzione e avere grande rispetto. Allo stesso tempo dovremo giocare la nostra partita, non abbiamo avuto molto tempo per prepararla ma dovremo farci trovare pronti. Non sarà una passeggiata, dovremo seguire il nostro credo e il nostro coraggio supportati dai nostri 60mila tifosi che finora ci hanno spinto tanto".
A chi gli chiedesse se cambierà modulo per adattarsi alle competizioni europee, Conte ha risposto così: "Il problema non è il modulo, ma il modo di interpretarlo. E' una cavolata che con la difesa a 3 non si vince. Il calcio si evolve, bisogna andare al passo con i tempi e cambiare anche se prima si proponeva qualcosa di diverso. Non è importante lo schieramento, ma il tipo di pressione che fai, con quanti giocatori attacchi, come ti proponi. In Italia parliamo sempre di moduli, in Inghilterra pensano all'intensità, al coraggio e noi stiamo cercando di portare questa mentalità all'Inter".
"Quando inizi un nuovo percorso più tempo hai a disposizione per allenarti e meglio è. Al tempo stesso la Champions rappresenta uno stimolo enorme per me e per tutto il club. Se dovessi pensare egoisticamente solo alla costruzione, avere una settimana intera a disposizione per allenarsi renderebbe più facile la crescita".
Poi, una battuta sulle condizioni fisiche di Lukaku: "C'è ancora un allenamento da fare, abbiamo ancora 24 ore per fare delle valutazioni. Se gioca è perchè mi darà le necessarie garanzie altrimenti giocherà qualcun altro".
Conte ha anche risposto a chi lo ha etichettato come allenatore da campionato e non da Champions: "Si vive di luoghi comuni. Io ho giocato tre Champions League, la prima con la Juventus che da tantissimi anni non faceva un percorso importante e siamo usciti ai quarti di finali. L'anno dopo siamo usciti ai gironi e poi siamo arrivati in semifinale di Europa League. Poi al Chelsea, una squadra di nuovo in ristrutturazione. Capisco che c'è molta aspettativa nei miei confronti perchè si pensa che dove tocco vinco. Ma in competizioni del genere c'è bisogno di tempo per creare la propria creatura. Io ho sempre partecipato con creature appena nate mentre gli altri avevano a disposizione creature molto più solide".
Infine, un'analisi sull'entusiasmo che circonda la squadra e gli obiettivi da porsi: "E' importante per noi avere intorno questo tipo di entusiasmo. L'entusiasmo non deve essere portato solo dal risultato, dobbiamo averlo per quello che stiamo facendo e per il nostro percorso. Roma non è stata costruita in un solo giorno. Stiamo lavorando duramente e per questo ringrazio il club e i giocatori. Da parte loro c'è sempre grande disponibilità e grande voglia di costruire qualcosa di importante. Non mi piace che l'entusiasmo sia collegato solo al risultato, noi dobbiamo entusiasmarci per il lavoro che stiamo facendo e per le basi che stiamo ponendo. Stiamo creando una struttura per lasciare qualcosa di importante negli anni.
Non possiamo porci degli obiettivi, soltanto strada facendo vedremo a che livello potremo arrivare. Oggi sarebbe insensato porre degli obiettivi. Come ho detto ai ragazzi, non poniamoci limiti perchè il limite crea subito degli alibi. Cerchiamo di dare il massimo, di fare quello che stiamo facendo, essere al 100% e dare tutto durante le partite. Poi vedremo cosa succederà, dove saremo e quali ambizioni potremo avere. Oggi è da folli parlare di obiettivo minimo e massimo. Non ci poniamo limiti ma sappiamo che c'è da pedalare tanto. Noi dobbiamo avere stabilità, solamente dando continuità possiamo ambire a qualcosa di importante. Se fai come sulle montagne russe, vivi giornate in cui ti senti il più forte e giorni in cui ti senti il più scarso. Quando una squadra è stabile diventa pericolosa agli occhi di tutti quanti".