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Data: 23/07/2017 -

Inter, Borja Valero: "Il nostro obiettivo è tornare in Champions. Fiorentina? Ho capito che sarei andato via all’inizio della scorsa stagione..."

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Addio alla Fiorentina e nuova avventura all’Inter per Borja Valero, che a 32 anni ha deciso di rimettersi in gioco ed accettare la sfida neroazzurra: “Vero, l’Inter è un club di livello mondiale e per me si tratta di una grande sfida personale”. L’Inter è l’ultima squadra italiana ad aver vinto la Champions, competizione mai disputata con una squadra italiana dallo spagnolo: “Ci sono andato molto vicino nel mio primo anno a Firenze, nel 2013, ma il Milan ci soffiò il terzo posto in un modo strano... La Champions è la più bella competizione del mondo, vorrei tanto tornare a giocarla – dichiara ai microfoni della Gazzetta dello Sport”.


Una famiglia unita verso l’amore per il Real: “Certo. Ancor più di me, sono tifosi mia moglie Rocio, che è sfegatata e ha l’abbonamento da quando ha 9 anni, e mio figlio Alvaro. Potete immaginare da che parte stessimo nella finale di Cardiff...”. A proposito, di questo nega un suo possibile trasferimento in bianconero: “No, non sarei mai andato alla Juventus. Anche perché so cosa significa per un tifoso fiorentino. Un messaggio a Bernardeschi? Ognuno fa le scelte che crede”. A Firenze la Juve l’ha già battuta più di una volta... “La Juve è forte, ma non imbattibile. Basta affrontarla senza timore, guardandola negli occhi. Lo hanno confermato squadre che ora le sono più vicine e che hanno mostrato un ottimo calcio”.

Con il Milan che si è rinforzato non sarà facile per l’Inter entrare tra le prime quattro: “Credo che sarà una lotta a cinque, con Juve, Roma e Napoli che negli ultimi anni hanno dimostrato di essere le migliori”. A proposito di mercato, l’Inter è vicina a Vecino e Borja lo descrive: “Un ragazzo giovane e molto forte, con grandi margini di miglioramento. Quando parte palla al piede è molto difficile fermarlo. E ha un buon tiro”. Buffo che l’unica doppietta Matias l’abbia fatta proprio all’Inter... “Vero. Buffo anche che proprio all’Inter io abbia segnato il mio unico gol di testa”. Poi su Spalletti: “Lo conoscevo soltanto dall’esterno. È molto disponibile e simpatico, pure qui con i tifosi cinesi. Credo che lo si veda anche da fuori. Ma state certi che quando le cose non vanno bene sa farsi sentire dentro allo spogliatoio: proprio quello che ci serve”.

Nelle ultime partite della scorsa stagione l’Inter era allo sbando: “Non so se il problema fosse che non giocavano da squadra, ma di sicuro qualcosa non ha funzionato perché con la qualità che avevano sono arrivati solo settimi. Se mi hanno preso è anche perché, oltre a essere un centrocampista che può giocare in diverse posizioni, sono una persona seria e tranquilla - mi hanno soprannominato Quiet Man - che può dare una grande mano anche fuori dal campo. Certe partite si iniziano a vincere nello spogliatoio e in allenamento”. Tranquillo si, ma nel 2014 prese 4 giornate dopo essere stato espulso da Gervasoni in un Genoa-Fiorentina: “Un episodio assurdo (ride), con l’arbitro ne abbiamo riparlato tempo dopo quando ci siamo rivisti, ma ognuno è rimasto della sua idea. Nel referto ha detto che avevo messo le mani addosso a un avversario e poi spinto lui. Ma gli avevo solo toccato un braccio perché si girasse e potessi spiegarmi. Al tempo mio figlio aveva 4 anni e ci rimase molto male. Tutta esperienza”.


Le prime impressioni sulla famiglia Zhang e il mondo Suning: “Per ora ho conosciuto solo Steven, che ci ha salutato prima della partenza. Ma vedere che azienda hanno creato mi ha fatto un’impressione enorme. Ora che hanno preso l’Inter, spero che ci siano i presupposti per tornare ai vertici”. Promessa ai tifosi nerazzurri: “Posso dire che faremo di tutto per tornare in Champions. Personalmente continuerò ad allenarmi con l’entusiasmo di un bambino per farmi trovare pronto. E se anche starò in panchina, sono arrivato in una fase della mia carriera in cui che posso dare un contributo in tanti modi diversi”. Sul pareggio per 1-1 con lo Schalke: “Abbiamo fatto una buona prestazione, eravamo messi bene in campo e malgrado un caldo tremendo ci siamo procurati diverse palle gol. Siamo sulla strada giusta, ma c’è ancora tanto lavoro da fare. Anche a livello personale. Le sensazioni sono quelle giuste”.
Nonostante la sua famiglia sia molto legata a Firenze, lo raggiungeranno a Milano: “Non scherziamo, non potrei vivere senza mia moglie e i miei figli! Appena trovo casa si trasferiranno a Milano, credo in centro. E nei lunedì liberi ne approfitteremo per andare a trovare gli amici fiorentini”. Il legame con Firenze è così forte che si è fatto tatuare sul braccio le coordinate del Ponte Vecchio: “Sì, un giorno con mia moglie e due amici fiorentini abbiamo deciso di scriverci per sempre sulla pelle l’amore per quella città”.

Sull’addio alla Fiorentina: “Già all’inizio della scorsa stagione ho capito che la mia avventura lì si sarebbe interrotta, con il cambio della direzione sportiva, ho avvertito segnali poco belli e che si stava rompendo qualcosa. Poi la certezza è arrivata a giugno, quando l’Inter si è fatta avanti con tanta insistenza”. Ha ringraziato pubblicamente i Della Valle, anche se sono loro che stanno sopra a Pantaleo Corvino, il dirigente con cui lei non ha legato e che non nomina mai: "L’ho fatto perché sono stati i Della Valle ad avermi portato a Firenze. Se poi loro hanno scelto quella direzione sportiva, capisco che non possano contestarne le scelte”.


Cosa farà Borja Valero a fine carriera? “Non mi vedo ancora nel calcio. Anche le mie amicizie si sono quasi sempre sviluppate fuori dall’ambiente lavorativo. Se te ne stai chiuso in casa non conosci altre teste, altre culture. Per il futuro, mi piacerebbe tornare a studiare, cosa che ho trascurato da ragazzo, viaggiare, anche con lo zaino in spalla, godermi la vita e quegli interessi che il calcio mi ha impedito di coltivare. Noi calciatori siamo dei privilegiati, è verissimo, ma da fuori non si capisce quanto sia difficile dedicare tempo al privato e ai figli”. Sui ritiri: “Non sono uno che gioca alla Playstation. Proprio no! Preferisco rilassarmi, leggere, anche se non ho ancora avuto il coraggio di farlo in italiano, visitare un museo se posso, guardare il basket Nba (tifo Knicks, ma non è un bel periodo, e che spettacolo Golden State) o stare al telefono con la mia famiglia. Mia moglie tra l’altro è giornalista, quindi certe dinamiche della comunicazione le capisco meglio”.



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