Intrecci di mercato, derby cinesi, occasioni mancate: a tutto Piero Ausilio. Il direttore sportivo dell'Inter ha raccontato, nel corso di un'intervista concessa al Corriere dello Sport, i retroscena di alcune trattative di mercato e ha confermato che l'Inter continua ad essere molto interessata a uno dei più grandi talenti del calcio italiano, Domenico Berardi.
Si parte con Juan Jesus che questa estate ha lasciato l'Inter proprio per la Roma, l'avversaria di stasera: "Il corteggiamento di Sabatini per lui parte da lontano: ne avevamo parlato a gennaio, ma in quel momento abbiamo preferito non cederlo perché eravamo ben messi in classifica e pensavamo che non fosse giusto risolvere un problema a una diretta concorrente. In estate la Roma lo ha chiesto di nuovo e abbiamo trovato l’accordo. Nainggolan all’Inter? Qualcuno ci voleva far credere che fosse un’operazione possibile perché il giocatore era ancora in comproprietà, ma sapevo che era importante per la Roma e che i dirigenti giallorossi non se lo sarebbero lasciato sfuggire. Ci piaceva, non lo nascondo, ma non abbiamo voluto entrare in una situazione complicata".
Perotti? Altro giallorosso che ha sfiorato l'Inter: "Lo avevo chiesto io al Genova, nell’estate 2015. Piaceva molto a Mancini e l’ultimo giorno del mercato di agosto, dopo il no della Sampdoria per Eder, abbiamo provato a portare a Milano l’argentino. Non ci siamo riusciti e abbiamo preso Ljajic. Dzeko? E’ un ottimo calciatore e sicuramente si sarebbe inserito facilmente all’Inter, ma era un’alternativa a Icardi che noi non abbiamo mai pensato di vendere. Con il Napoli non abbiamo neppure iniziato una trattativa. Rinnovo? E’ il nostro capitano ed è uno dei migliori attaccanti a livello mondiale. Ha un accordo in scadenza nel 2019 e solo un folle non avrebbe pensato di creare i presupposti per chiudere rapidamente una situazione così delicata".
Joao Mario e Candreva gli acquisti più difficili: "Sicuramente Joao Mario perché era un neocampione d’Europa, blindato da una clausola da 60 milioni e di proprietà di una società che solitamente non fa sconti. Anche trattare con Lotito per Candreva non è stato uno scherzo". Berardi? Non è ancora finita: "In realtà non è sfumato perché di fatto non è mai partita la trattativa, ma un giocatore di cui sono calcisticamente innamorato è Berardi. Chiamata al Sassuolo? Vediamo... Sperando che nessuno si offenda...".
Mancini? L'epilogo ha sorpreso anche Ausilio: "Non c’era nessuna volontà di chiudere prima il rapporto con Roberto. La separazione non è stata determinata dai risultati ed è stata una sorpresa anche se nel calcio queste cose possono succedere. Rimane un splendido rapporto con un allenatore e una persona che nel corso delle sue due esperienze all’Inter ha fatto cose straordinarie per la crescita del club. Mancini ha messo le basi per preparare un futuro vincente e ora de Boer deve andare avanti su questa strada. L'olandese non è stata una decisione preparata, ma una cosa accaduta all’improvviso perché Mancini parlava di rinnovo di contratto e non era previsto il suo addio. Ci siamo confrontati con Thohir e il Suning e abbiamo deciso di andare su de Boer: è stato l’unico candidato, l’unico chiamato e contattato".
Per Ausilio si parla di rinnovo fino al 2019: "Ne stiamo parlando, ma in questo momento le priorità per me, come per tutto il club, sono il campo e gli impegni della squadra durante la settimana. Ci sarà tempo per parlare del mio futuro. Milan? Nessuna offerta. Sono felice per Massimiliano Mirabelli perché ha una grande occasione ed era giusto che la prendesse in considerazione. Lo aspetto al derby: chi perde paga la cena e chi vince sceglie il ristorante. San Siro? Stiamo aspettando di avere un interlocutore. Il nostro stadio è bellissimo e lo ha dimostrato ospitando la finale di Champions, ma è un impianto che va modernizzato e utilizzato come fa la Juventus con lo Stadium. Speriamo di riuscirci presto".