Per un calciatore che viene soprannominato “Don”, eleganza e compostezza sono uno stile di vita, dentro e fuori dal campo. Uomo di grande rispetto e dal fair play unico. Andrés Iniesta entra per l’ennesima volta nella storia del calcio con un nuovo record: millecinque partite ufficiali – tra club e nazionale maggiore – senza essere mai espulso. Mai. Oltre 60.000 minuti in campo, zero cartellini rossi. Oltre il calciatore, la fragilità di un uomo che ha sdoganato l’ideale comune dell’equazione personaggio pubblico-vita perfetta.
L'illusionista
"È il talento più grande che abbia mai visto nel calcio spagnolo. Complimenti, mille partite sono tante. Ha lasciato un segno qui che difficilmente si ripeterà. È uno dei migliori calciatori della storia del calcio" parola di Xavi, non uno qualunque. Con Iniesta ha formato una tra le coppie di centrocampo più forte e vincente della storia, di sicuro la più leggendaria del nuovo millennio. Il 6 e l’8, fianco a fianco. Tra i due, lui era eleganza e genio. Razionalità e disciplina nel pirotecnico e rivoluzionario tiki taka dell’era Guardiola. Leader silenzioso del Barcellona, tutto racchiuso in quell’istantanea dell’ultimo giorno in maglia blaugrana. Un’implosione di sentimenti: Camp Nou vuoto e Iniesta in mezzo al campo a piedi scalzi per godersi il silenzio rumoroso di uno stadio che per lui sarà per sempre casa e che ancora oggi invoca il suo nome.
La fragilità come misura dello spessore di un uomo
Quello che noi non vediamo o meglio, non vogliamo vedere. “La depressione può colpire chiunque”, anche Iniesta. I primi problemi nascono nel 2009, dopo la morte dell’amico Dani Jarque (difensore dell’Espanyol all’epoca), al quale lo spagnolo dedicherà il gol vittoria dei Mondiali in Sudafrica, un anno dopo. Iniesta supera la soglia, “non ne può più”: il momento migliore della sua giornata è prima di andare a dormire dopo aver preso le pastiglie. Emozioni piatte e corrose da una malattia che non lascia scampo a nessuno. Dietro ogni successo, il sacrificio e le fragilità di un giocatore – o meglio di un uomo – che ha vinto tutto. Il peggio, ormai, è alle spalle merito anche della terapia.
Ora, il centrocampista si gode (forse) l’ultima stagione della carriera negli Emirati Arabi. Gli ultimi raggi di luce dell’illusionista, di un calciatore per certi versi inimitabile e irraggiungibile. Oltre il calciatore, l’uomo. “Don” Andrés Iniesta.